VAN HELSING
di Stephen Sommers
Con: Hugh Jackman, Silvia Colloca

E con: Richard Roxburgh, Carl David, Wenham Valerious, Kate Beckinsale

di Riccardo FASSONE


Nuovo lavoro di Stephen Sommers, che non perde occasione di saccheggiare il ricco campionario di mostruosità partorite dalla Universal e, dopo le due mummie, confeziona questo Van Helsing, bizzarro crossover di creature orrorifiche di ogni sorta. Il soggetto non è decisamente di quelli da perderci le nottate e, prevedibilmente, vede l'impavido Van Helsing in missione in Transilvania per conto della Chiesa alla ricerca del Conte Dracula e della sua armata di licantropi; non che ci aspettassimo particolari virtuosismi in fase di sceneggiatura, ma, a dirla tutta, la debordante furia ipercinetica del film, tradotta in lunghissime sequenze di azione, non aiuta la linearità della drammatizzazione, sottoponendo lo spettatore a salti temporali piuttosto bruschi e lasciando dietro di sé qualche buco nello svolgersi della storia. Sommers, dal canto suo, a riprova di una dimestichezza con la macchina da presa non comune, stupisce con uno scatto alla partenza da vero fuoriclasse, regalando un prologo architettato con sapienza, girato in un bianco e nero piacevolmente nitido, animato, si direbbe, da pulsioni estetiche quasi espressioniste; peccato che, se non altro a livello di regia, il resto del film scelga la strada della funzionalità, evitando accuratamente di ripetere l'exploit dei primi dieci minuti. Funziona, e bene, Hugh Jackman, che si trova ad interpretare un personaggio non dissimile dal convincente Wolverine dei due X-Men e lo fa con mestiere e furbizia, concedendosi addirittura un paio di ammiccamenti Eastwoodiani e ponendosi interpretativamente come nemesi del gigioneggiante Richard Roxburgh, che incarna un Dracula tra l'allucinato ed il sardonico non inedito ma sicuramente interessante. Più canonica la caratterizzazione degli altri personaggi, tra cui una Kate Beckinsale (che dopo Underworld pare abbonata al genere Vampiri vs Licantropi) di rara inespressività ed un divertente David Wenham nei panni del bizzarro aiutante di Van Helsing, a metà tra Adso de “Il Nome Della Rosa” e Milhouse.
L'impianto narrativo del film appare funzionale pur con qualche momento di stanca e la formula dell'horror alla Indiana Jones già sperimentata da Sommers non mostra troppo la corda; ciò che non si perdona, però, è l'incapacità del regista di colpire, se non altro visivamente, lo spettatore con situazioni realmente immaginifiche. Se si eccettua la scena del ballo in maschera, comunque troppo manierata per essere bella, l'esperienza visiva rappresentata da Van Helsing, soprattutto in tempi di esagerata grandeur scenografica, appare ordinaria, poco coinvolgente, tristemente appiattita su certe stilizzazioni dell'horror classico. Troppa e troppo manifesta la computer grafica, che deturpa senza appello diverse sequenze; basti pensare al personaggio di Dracula, tanto convincente nelle sue spoglie umane quanto deludente in quelle mostruose di vampiro alato tutto pixel. In conclusione, questo Van Helsing è un film divertente, avventuroso, condito da dialoghi, comunque di mero raccordo tra un inseguimento e l'altro, nemmeno troppo fastidiosi, ahimè appesantito dalla volontà di essere “film per famiglie” e dall'incapacità di Sommers di sperimentare su un tema che avrebbe richiesto qualche variazione. Pochino anche per chi non ha molte pretese.
 

Voto: 23/30

17.05.2004

 


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