
Nuovo lavoro di Stephen Sommers, che non perde occasione di saccheggiare il
ricco campionario di mostruosità partorite dalla Universal e, dopo le due
mummie, confeziona questo Van
Helsing, bizzarro crossover di creature orrorifiche di ogni
sorta. Il soggetto non è decisamente di quelli da perderci le nottate e,
prevedibilmente, vede l'impavido Van Helsing in missione in Transilvania per
conto della Chiesa alla ricerca del Conte Dracula e della sua armata di
licantropi; non che ci aspettassimo particolari virtuosismi in fase di
sceneggiatura, ma, a dirla tutta, la debordante furia ipercinetica del film,
tradotta in lunghissime sequenze di azione, non aiuta la linearità della
drammatizzazione, sottoponendo lo spettatore a salti temporali piuttosto
bruschi e lasciando dietro di sé qualche buco nello svolgersi della storia.
Sommers, dal canto suo, a riprova di una dimestichezza con la macchina da
presa non comune, stupisce con uno scatto alla partenza da vero fuoriclasse,
regalando un prologo architettato con sapienza, girato in un bianco e nero
piacevolmente nitido, animato, si direbbe, da pulsioni estetiche quasi
espressioniste; peccato che, se non altro a livello di regia, il resto del
film scelga la strada della funzionalità, evitando accuratamente di ripetere
l'exploit dei primi dieci minuti. Funziona, e bene, Hugh Jackman, che si
trova ad interpretare un personaggio non dissimile dal convincente Wolverine
dei due X-Men e lo fa con
mestiere e furbizia, concedendosi addirittura un paio di ammiccamenti
Eastwoodiani e ponendosi interpretativamente come nemesi del gigioneggiante
Richard Roxburgh, che incarna un Dracula tra l'allucinato ed il sardonico
non inedito ma sicuramente interessante. Più canonica la caratterizzazione
degli altri personaggi, tra cui una Kate Beckinsale (che dopo
Underworld pare abbonata al
genere Vampiri vs Licantropi) di rara inespressività ed un divertente
David Wenham nei panni del bizzarro aiutante di Van Helsing, a metà tra Adso
de “Il Nome Della Rosa” e Milhouse.
L'impianto narrativo del film appare funzionale pur con qualche momento di
stanca e la formula dell'horror alla Indiana Jones già sperimentata
da Sommers non mostra troppo la corda; ciò che non si perdona, però, è
l'incapacità del regista di colpire, se non altro visivamente, lo spettatore
con situazioni realmente immaginifiche. Se si eccettua la scena del ballo in
maschera, comunque troppo manierata per essere bella, l'esperienza visiva
rappresentata da Van Helsing,
soprattutto in tempi di esagerata grandeur scenografica, appare
ordinaria, poco coinvolgente, tristemente appiattita su certe stilizzazioni
dell'horror classico. Troppa e troppo manifesta la computer grafica, che
deturpa senza appello diverse sequenze; basti pensare al personaggio di
Dracula, tanto convincente nelle sue spoglie umane quanto deludente in
quelle mostruose di vampiro alato tutto pixel. In conclusione, questo
Van Helsing è un film
divertente, avventuroso, condito da dialoghi, comunque di mero raccordo tra
un inseguimento e l'altro, nemmeno troppo fastidiosi, ahimè appesantito
dalla volontà di essere “film per famiglie” e dall'incapacità di Sommers di
sperimentare su un tema che avrebbe richiesto qualche variazione. Pochino
anche per chi non ha molte pretese.
Voto: 23/30
17.05.2004
|