Non credo di rovinare la sorpresa a nessuno dicendo che poi
le cose sono andate in un altro modo, che insomma questa "operazione
Valkiria" finì malamente;
Si potrebbe fare una recensione solo sul pregresso di questo film: le
leggende diffuse furbamente, il set maledetto, le lungaggini, Tom Cruise
screditato dai suoi stessi vaneggiamenti; ma invece ci atterremo a tutto
quello che succede dopo il cartello della 20th Century Fox; (a esclusione
dell'esagitato cinefilo, quello che conta è sempre il film e poco importa il
backstage o le attenuanti);
Ora, mi sarebbe piaciuto, veramente, dire male di Tom Cruise e di rimando
malissimo di quella setta di invasati, ma vuoi la mano ferma di Brian
Singer, vuoi un cast accordato e vuoi pure lo svolgimento trascinante della
vicenda mi trovo a dispiacermi;
Singer/Cruise ci raccontano la storia vera dell'ufficiale Stauffenberg e del
piano per spodestare/uccidere Hitler (piano fallito per il solito avverso,
maledetto caso); Un film complesso in verità, travestito da film d'azione;
Non colossale (come spesso accade a certe produzioni americane che
scialacquano in esplosioni non appena leggono 1944 sul copione) anche se
tuttavia è facile immaginare che queste cospirazioni fossero condotte in
cucine imbrunite da crauti cotti e non in saloni dipinti di fresco;
Il film è decoroso e coincide alle migliori aspettative non sfigurando in un
cofanetto da edicola tipo "il grande cinema antinazista" e ovviamente "il
grande cinema di Tom Cruise";
è bella questa lezione della
sconfitta (se pensiamo all'America dell'altro ieri)(ovviamente condotta su
una strada asfaltata)(non sia mai che Hollywood si metta a strappare
sterpaglie) e la congiura è ben raccontata, tanto che ti viene da immaginare
un "come sarebbe andata se..." o "...ma vuoi vedere che ce la fanno...";
Insomma in due parole: tecnicamente risolto come ogni buon blockbuster
americano;
Poi però c'è un "in seconda analisi" e lì si avverte subito che la questione
è più complessa e sinistra;
Se da un lato è interessante/importante raccontare la storia di una
sconfitta nel nome di un ideale, (sono i nuovi modelli narrativi americani)
quello che si respira (e che trascende il giudizio puramente/estetico
cinematografico) è un dubbio irrisolto e involontariamente suggerito;
Un'ambiguità insinuante (ammetto amplificata dal sentire questi giovani
nazisti parlare in americano) che le intenzioni di quel colpo di stato non
furono anti-naziste ma solamente anti-hitleriane; si respira tra i membri
della congiura (altissimi ufficiali, coscienti delle dinamiche sottili della
politica internazionale) una preoccupante doppiezza che suggerisce più la
smania per il potere/controllo che non il desiderio di democrazia; e neppure
Stauffenberg/Cruise ne esce incolume…(ecco, questo personaggio è
ambivalente, considerata la sua storia personale, ma viene speso come
l'ennesimo eroe senza macchia);
Dunque qualche peccatuccio di superficialità (non ci metto troppa
dietrologia)(anche se).
29:01:2009
|