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LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI di Marco Bechis con Abrísio da Silva Pedro, Alicélia Cabreira Altri interpreti: Chiara Caselli, Claudio Santamaria |
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26/30
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Un tema tanto delicato quanto lontano dalla
nostra quotidianità viene portato con estrema abilità da Marco Bechis sugli
schermi delle sale di Venezia, per ricordarci che i Guarani Kaiowá, nel
Brasile di Lula, sono destinati a vivere ancora nel degrado delle riserve
senza alcuna prospettiva di cambiamento o speranza per il futuro. L’atto del
guardare “da lontano”, racchiuso di per se’ nella funzione stessa dei
Birdwatchers, e quello dell’ascoltare, sono proprio le operazioni compiute
con coraggio e ardore da questo regista italiano di origine cilena, che
resta in bilico tra l’osservazione della vita oziosa dei fazenderos e quella
faticosa degli indigeni, tra la rappresentazione cruenta e materiale dei
corpi e l’evocazione allegorica degli oggetti. Corpi di giovani suicidi
impiccati, corpi a lavoro e corpi che provano piacere, si alternano al
simbolismo soffuso che attraversa come un file rouge tutta la denuncia
sociale del film, come emerge straordinariamente dalla locandina che lo
presenta: una giovane donna bianca distesa sul bordo di una piscina e
l’indimenticabile primo piano del volto di un “uomo rosso”. Questo giovane
coi poteri da sciamano, sostenuto dal leader Nadio nell’incitare un gruppo
di Guarani-Kaiowà a reclamare la restituzione delle terre, è in realtà in
vero catalizzatore di emozioni: è lui che attua una contaminazione con
l’altro mondo unendosi alla figlia di una famiglia di fazenderos (che gli
insegna a guidare il motorino nel mezzo di una foresta) ed è lui che
nell’urlo di disperazione generata dalla sofferenza di un’altra morte,
quella del giovane disobbediente figlio del capo, si rivolgerà direttamente
allo spettatore, colpendolo al cuore ancora una volta. “Sono io che ho
vinto, voi avete perso”, è la frase che chiude la drammatica scena finale,
quasi a voler marcare che qui si tratta, sempre e comunque, di una lotta a
tutti gli effetti. Non è un caso che Bechis abbia scelto di rendere ben più
sfocato e indefinito il personaggio interpretato dall’attore italiano
Claudio Santamaria, il cui punto focale sarebbe stato ad ogni modo quello
dell’uomo bianco, lasciando invece il giusto spazio a questi non attori. Lo
spazio che sognano e che richiedono, lo spazio della loro terra. |
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Birdwatchers |
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