
Cinema replicante, postmoderno e trasversale, nell'attraversamento multiverso
dei generi, capace come nessun altro di costruire spazi dotati di enigmatica
eloquenza e di allestire racconti, che sembrano stratificare diversi livelli
di senso, ma spesso, semplicemente, non li hanno.
Difficile seguire l'allusività e le venature simboliche dei testi
coeniani nella moltiplicazione infinita di segni, rimandi, citazioni:
l'ossessione per la forma circolare [dischi volanti, cerchioni d'auto]
non è altro da se stessa e la cosa viene ribadita in conferenza
stampa. Lo stesso spunto iniziale pare realmente provenire da un manifesto
affisso nel negozio di un barbiere, da una scena di THE HUDSUCKER PROXY:
pura fascinazione visiva per i diversi tagli di capelli in voga negli
anni '40 in America e lì rappresentati. Così come l'aria
bogartiana di Bob Thornton, vissuta nel feroce consumo esistenzialista
di tabacco senza filtro [Chesterfield], e la matrice noir che segna il
film dall'inizio alla fine, sarebbero tutti espedienti estetici, in primis
l'inevitabile bianco e nero, per farci credere "quanto sia importante
quest'opera" ["to let people know how important this film is",
sempre dalla conferenza], oppure per farci vedere meglio quanto "sudino
i protagonisti della pellicola"......
E' chiaro che il gioco non finisce qui. E' chiaro che le minuziosità
referenziali dei Coen continuano a soddisfare le esigenze del cinefilo.
E' chiaro che, in definitiva, vogliamo continuare a cercare il disegno
complessivo anche in opere che non lo prevedono e che, come BROTHER, WHERE
ARE THOU? e diversamente dal contenutismo di THE BIG LEBOWSKY o di FARGO,
vivono in funzione di una concezione - mai così auspicabile! -
di art pour l'art. La vicenda si articola nella tipica sequenza di crime
and punishment del cinema americano [noir, inevitabilmente] dei già
citati anni '40: a corredo di ciò, fotografia tra l'espressionista
e il wellesiano, controluce e sagome in nero, profondità di campo,
iperdescrittivismo dei dettagli. Thornton è il coiffeur passivo
di fronte ai tradimenti della moglie, Mc Dormand as usual, e capace di
un solo, improvviso scatto di vitalità primitiva, quando, per reperire
il denaro necessario a mettersi in affari, non esita a ricattare l' amante
della consorte, che ne è il capufficio [James Gandolfini, ogni
volta più grande]. Ma da ciò agli abissi, il passo è
breve, compresa la vicenda della ragazzina pianista, che, in un tentativo
di amore in versione orale, fa deragliare automobile - da cui il cerchione
e relativo, infinito, eloquente carrello - e linearità di un'esistenza
senza colore [black'n white, appunto].
Voto: 30/30
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