L'ULTIMO SOGNO
di Irwin Winkler
con Kevin Kline, Kristin Scott Thomas e Hayden Christensen



Divorziato, un difficile rapporto con l'ex-moglie (Scott Thomas) e con il figlio (Christensen), senza lavoro e malato di cancro l'eccentrico architetto George Monroe (Kline) decide di dedicare gli ultimi mesi che gli restano da vivere per costruire con le proprie mani la casa che ha sempre sognato e cercare nel contempo di  riconquistare l'affetto del  figlio adolescente ribelle. Non sarà facile portare a termine la missione anche perché ci si metteranno pure i vicini di casa, che non lo vedono di buon'occhio, a mettergli i bastoni tra le ruote. La fine è nota da subito, così come la morale, in questa apologia di quel che resta del sogno americano in cerca di riscatto dopo il cinismo di AMERICAN BEAUTY. Parte con ambizioni metaforiche (la cognizione della fine imminente come occasione per una rinascita interiore) prosegue come dramma generazionale incentrato sullo scontro tra George e il figlio (uno sballato che si prostituisce per pagarsi l'erba, ma dietro la scorza da duro...), dosa con canonica prevedibilità sorrisi e lacrime, retorica nostalgica del passato e buoni sentimenti, termina nella melassa all'insegna di uno sfacciato "vogliamoci tutti bene". Tanta carne al fuoco, che rimanda inevitabilmente al film di Mendes nel tentativo di rappresentare con spirito caustico la provincia americana delle villette anonime, le lolite, gli adolescenti in lotta col mondo, l'infelicità diffusa degli adulti che hanno tutti - nessuno escluso - qualche scheletro nascosto nell'armadio. Tutto ruota attorno all'anacronistico sogno di un looser individualista, quella casa di fronte al Pacifico da costruire al posto della catapecchia in cui ha vissuto con moglie e figlio prima del divorzio. George Monroe è un cocciuto idealista capace di perdere il lavoro perché insiste a voler fare l'architetto con i plastici in scala anziché utilizzare il computer, che nella prima parte rimedia solo ostilità e sputi in faccia mentre nella seconda si trasforma in una specie di apostolo dei veri valori, in grado di accattivarsi le simpatie di tutto il quartiere, che ha sempre le parole giuste anche nei momenti più delicati e non rifiuta a nessuno abbracci e pillole di saggezza. E in un'America con la coscienza evidentemente un po' sporca, che non accetta i perdenti ma vuole credere ancora nei sogni, alla fine tutte le tessere del puzzle devono andare al loro posto, i torti saranno espiati, il male perdonato, i vecchi rancori dimenticati; la morte di Monroe diventa così il giusto contrappasso per la redenzione della varia umanità che gli è stata accanto. Come in un film per la TV qui tutto è fin troppo semplicistico e programmatico - dall'ostentazione dei "panni sporchi" fino alle consolazioni - ma a differenza di quello che ci propina la televisione qui ci sono anche attori veri e vedere due professionisti come Kevin Kline e Kristin Scott Thomas dare il meglio di se può valere ancora, nonostante tutto, il prezzo del biglietto.

Voto: 21/30

Loris SERAFINO
13 - 01 - 02


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