
Il desiderio d'amore riempie tutte le epoche storiche, soprattutto quando
le condizioni politiche internazionali sfiorano la possibilità
di scatenare una terza guerra mondiale, dove il pessimismo e la violenza
assurgono ai primi posti delle classifiche di tutto il mondo.
Ecco allora che una donna decide di produrre una pellicola cinematografica,
in cui il gentil sesso combatte per valori di carattere sociale, e perché
il proprio credo venga rispettato in toto. Un film americano, che se vogliamo,
contiene dei moti di coraggio espressi "a piena voce", come
diceva il grande poeta russo Majakovskij, contro il governo Usa dei nostri
giorni, con riferimenti registici all'11 settembre. Sandra Bullok, interpreta
Lucy Kelson, una giovane avvocatessa, che si batte perché i quartieri
storici di New York e di altre città su cui mette l'occhio il costruttore
edile Gorge Wade (Hugh Grant), non vengano deturpati dall'abbattimento
di antichi edifici, picchettando con gli amici più intimi, il suolo
antistante un vecchio teatro di quartiere, ottenendo solamente una notte
in gattabuia. Lei, tutto cervello ed avvenenza velata, da sfoggiare in
occasioni speciali! Hugh Grant, pare interpretare se stesso, l'eterno
Peter Pan, il maschio di oggi, che fatica nel caricarsi responsabilità
sulle spalle, anche se queste risultano positive, e utili per una crescita
cerebrale. L'archetipo del giovane miliardario avvenente è sfoggiata
dall'attore inglese, anche in questo film, la commedia è decisamente
il suo genere, anche se arroccarsi in un perpetuo soggetto diventa alla
lunga monotono, anche se in questa pellicola, egli riesce a sfoggiare
simpatiche espressioni facciali, sempre carino ed elegante, lo si vede
perfettamente amalgamato con il Cast, ed in particolare con la coprotagonista
Sandra Bullock. Il giorno dopo la scarcerazione da parte dei genitori,
Lucy si reca da Wade, chiedendogli di bloccare la sua macchina da distruzione
di edifici(l'impresa edile!), e lui come inconsciamente affascinato, la
assume, lei combattuta nell'accettare ma, mossa dalla speranza femminile
di redimerlo, accetta. George, si lascia trasportare completamente dalla
destrezza dell'avvocatessa, non solo nelle cause d'azienda, ma personali,
come il suo divorzio, sino a non poter fare a meno del consiglio di lei
anche nella scelta della cravatta; il dialogare con Lucy, a qualsiasi
ora del giorno e della notte, diviene indispensabile punto di riferimento
per l'imprenditore, tanto da limitare la donna nel suo lavoro, giungendo
così alla decisione di licenziarsi. Nel frattempo la storia d'amore
con il fidanzato, va a rotoli e lei entra in crisi, George fa di tutto
perché la giovane rimanga al suo fianco, sino a che, tra un colloquio
e l'altro, lei riesce a trovare una sostituta (Alicia Witt, Vanilla Sky,
e le serie televisive Twin Peaks e I Soprano), che ovviamente essendo
giovane ed avvenente, secondo lo standard dell'uomo, da subito cerca di
entrare nelle grazie del miliardario sperando di mettere il di dietro
nel lardo. Beh, gli scrupoli morali, quando si tratta di soldi, non sono
in molti a porseli. Per fortuna Lucy, protegge la categoria di donne che
del sentimento fanno il loro motto, e qualche volta, anche se forse solo
al cinema, gli va dritta, infatti tra i due il dardo scocca. In questo
film, vi sono degli omaggi alla New York dei newyorkesi, una città
che rivendica la propria identità, anche storica se vogliamo, una
identità forte, che non spersonalizzi l'abitato e i suoi abitanti.
Un luogo che pullula di quartieri caratteristici che vogliono respirare
e sopravvivere alla speculazione edilizia e al terrore psicologico da
guerra che i mass media fomentano vedi Bowling for Colombain. Il film
è diretto da Donald Petrie, che aveva già seguito la regia
per Miss Detective sempre con la Bullock, che anche all'epoca, cioè
nel 2000, faceva parte del gruppo produttivo. Petrie rispetto alla sua
precedente pellicola si evolve, e ci dona sequenze cittadine inusuali,
quasi documentarie, il film scorre rapidamente, risultando piacevole.
Voto: 26/30
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