TRUMAN CAPOTE

A SANGUE FREDDO

di Bennet Miller
Con Philip S. Hoffman, Mark Pellegrino

 

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA 2006

TRUMAN CAPOTE

A SANGUE FREDDO

di Bennet Miller
Con Philip S. Hoffman, Mark Pellegrino

di Marco AGUSTONI


"A sangue freddo", ultimo e più celebre romanzo di Truman Capote, ha nel bene e nel male modificato la storia della letteratura americana, così come anche la vita dello stesso autore, il quale, provato nel profondo dall’intera esperienza che ha portato alla nascita del libro, è riuscito in seguito a scrivere poco altro e nulla che comunque fosse all’altezza, scivolando negli anni in un cupo alcolismo, fino alla morte nel 1984.
TRUMAN CAPOTE – A SANGUE FREDDO di Bennet Miller non tenta di essere una biografia completa dell’eccentrico romanziere, e tralascia gran parte della sua vita, concentrandosi proprio sugli anni della stesura del capolavoro in questione. Capote (Philip Seymour Hoffman), già scrittore di successo con opere quali Colazione da Tiffany, al centro del jet-set newyorkese per le sue doti di intrattenitore e la sua personalità esuberante, è in cerca di una storia per l’opera che lo consacri definitivamente. Leggendo sul giornale della strage feroce quanto apparentemente immotivata di una famiglia nel Kansas, decide di andare ad indagare sull’avvenimento e di cogliere le ripercussioni che esso ha avuto sulle vite degli abitanti della cittadina dov’è avvenuto il fatto. Aiutato dall’amica ed assistente Nelle Harper Lee (Catherine Keener), futura autrice de Il buio oltre la siepe, riesce a conquistarsi la fiducia dello sceriffo del posto (Chris Cooper), complice anche una moglie appassionata dei suoi libri, e successivamente pure di Perry Smith (Clifton Collins Jr.) e Richard Hickock (Mark Pellegrino), i due autori del massacro. In particolare, Capote instaura con Perry un rapporto particolare, un misto di attrazione e strumentalizzazione (i racconti del detenuto sono infatti essenziali per la stesura del romanzo), e si ritroverà combattuto fra il desiderio di aiutare i due condannati a morte e quello di vedere arrivare il giorno dell’esecuzione, così da poter finalmente scrivere il finale di un libro che sta impegnando ormai troppi anni della sua vita.
Il ritratto di questo personaggio sgradevole ma al contempo attraente, manipolatore, geniale ed eccessivo, è incarnato alla perfezione da Philip Seymour Hoffman, che con un’interpretazione che gli è valsa la candidatura all’Oscar riproduce tic, nevrosi e sfumature di Capote. Hoffman, già segnalatosi per le valide interpretazioni di ruoli però secondari in film quali LA 25ª ORA e MAGNOLIA, ha finalmente avuto la possibilità di sfoggiare il proprio talento, e ne ha approfittato in pieno.
La vicenda narrata è toccante, e risulta difficile trovare un giusto equilibrio morale fra il desiderio di provare pietà per quelli che sono pur sempre uomini, con i propri (difficili) trascorsi ed i propri affetti, ed il disgusto che comunque permane di fronte ad un crimine che sempre più, nel corso del film, si propone come senza senso. La stessa ambiguità la si può provare nei confronti di Capote, che oscilla fra una profonda umanità ed una spietatezza inaspettata (“Non mi interessi tu, mi interessa solo il tuo racconto”, arriva dire a Perry in un momento in cui il conforto dello scrittore è l’unica cosa rimastagli), ostaggio di un ego ipertrofico in un corpo sgraziato.
Fra l’orizzontalità desolata del Kansas e la verticalità mondana di New York, apparentemente inconciliabili fra loro, Miller dipinge sullo sfondo, senza eccessi ma con metodo, l’America in anni in cui anche gli scrittori potevano essere popstar, dando prova con questo suo secondo film di ottime capacità compositive.
 

Voto: 28/30

17:02:2006

truman capote

a sangue freddo

T.O: CAPOTE

Regia: Bennett Miller
Anno: 2005

Nazione: Stati Uniti d'America
Data di uscita: 18:02:2005

Genere: Biografico