Bree (Huffman) è un transessuale in procinto di diventare completamente
donna grazie a un tanto atteso intervento chirurgico. L’obbiettivo le sembra
ormai raggiunto quando riceve una telefonata da un penitenziario minorile di
New York; gli agenti la avvertono che suo figlio Toby (Zegers) sta per
terminare la pena e a giorni potrà essere prelevato da un genitore. La
notizia coglie Bree del tutto impreparata: non era infatti al corrente di
aver messo incinta la sua partner durante l’unica relazione avuta durante la
vecchia vita da uomo. Costretta dalla propria psicanalista ad accettare
l’inaspettato incarico, pena l’annullamento del permesso all’intervento,
Bree si ritroverà a viaggiare con il figlio alla ricerca dei loro familiari,
veri o presunti.
La sceneggiatura dello stesso Tucker, qui al suo debutto, grazie ad un
assunto un po’ pretestuoso costruisce un road-movie che è anche e
soprattutto un viaggio iniziatico per i due protagonisti: il giovane Toby,
dopo un passato breve ma burrascoso, entrerà finalmente a contatto col suo
ambiente familiare, mentre Bree verrà subito messa di fronte a ciò che la
sua nuova identità comporta, nientemeno attraverso la traumatica
responsabilità del ruolo materno. Peccato che poi il nuovo autore non se la
senta di approfondire troppo i momenti dolorosi di un passato impossibile da
rimuovere, e si soffermi più che altro sulle situazioni buffe e paradossali.
E così il film risulta soprattutto un esercizio di stile per la bravissima
protagonista (ma la Flanagan nel ruolo della madre le tiene testa), non a
caso “pedinata” da una messa in scena priva di fronzoli che rievoca il
cinema indipendente anni ’70 di Rafelson, Cassavetes, Schatzberg.
Voto: 24/30
03:02:2006 |