
Ereditiera inglese con l'hobby delle armi da fuoco e dell'Archeologia,
la bella e giovane Lara Croft un bel dì scopre che il padre - deceduto
alcuni anni prima e pure lui archeologo - nascondeva in casa una misteriosa
reliquia in grado di condurre il suo possessore al segreto di un immenso
potere. E' solo l'inizio di un'avventura - tra l'Inghilterra, Venezia,
la foresta cambogiana e il freddo glaciale dell'Islanda - in cui Lara
avrà dovrà fronteggiare forse misteriose e la sete di potere
della Illuminati, società segreta che ambisce ad impossessarsi
del potere della reliquia. Pasticcio di avventura, tecnologia ed esotismo
a buon mercato la cui profonda ragion d'essere va ricercata fondamentalmente
in due paroline, queste si, veramente magiche: marketing e sponsor. Tutto
ebbe inizio verso la metà degli anni novanta quando i creativi
della Core Design di Derby proposero un nuovo videogioco avventuroso in
terza persona che aveva come "protagonista" una eroina sensuale
e determinata, dall'aria vagamente vulnerabile ma micidiale con le pistole.
Nelle mani dei cervelloni del marketing Lara Croft ha saputo imporsi come
un'icona dell'universo mediatico - giovanile e non - al punto che gli
sponsor se la sono contesa a suon di miliardi. TOMB RAIDER - il film -
è solo l'ultima tappa di questo planetario marchingegno macina-dollari.
Gli appassionati del videogame riferiscono che il film riproduce quasi
alla perfezione le movenze, gli sguardi, le performance acrobatiche della
Lara virtuale ma per tutti gli altri non avvezzi al gioco la realtà
è quella di trovarsi di fronte all'ennesimo action movie "Made
in Usa" uscito dalla catena di montaggio di Hollywood. Un prodotto
fatto in serie, smontabile e intercambiabile nel senso che se al posto
di Lara Croft ci mettiamo James Bond, uno Schwarzenegger d'annata o il
Tom Cruise di MISSION: IMPOSSIBLE 2 la morale è sempre quella:
film dalla trama inconsistente, poco più di un pretesto per poter
sfoggiare effetti speciali diventati oramai routine, rumoroso ma soporifero
e in cui la recitazione è un optional. Le scene d'azione aeree
sono indubbiamente ben girate ma gli unici veri brividi provengono dalle
poppe della Croft-Jolie, anche se a quanto pare sono taroccate pure quelle.
Come cinema d'intrattenimento senza pretese TOMB RIDER potrebbe avere
pure una sua dignità se non cercasse di darsi un tono a metà
film con pretestuose incursioni intorno al fascino del male e giocando
sull'ambiguità di fondo che motiva le gesta della nostra eroina.
A questo punto però il film si fa solamente ridicolo.
Voto: 16/30
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