
E' il 1975. Un gruppo di persone vive TOGETHER…
Lukas Moodysson, il regista di FUCKING AMAL, torna al cinema con una storia
di convivenza tra realtà molto diverse. E' un film che parla un po' di
tutto: dell'amore, del divorzio, della felicità e dell'infelicità, delle
famiglie, di bambini, di adulti, di amicizia, di sesso e di calcio.
In una sola casa vivono otto persone, tre bambini ed un'adolescente. La
loro convivenza apparentemente è simbolo di una scelta politica. Sono
gli anni dei figli dei fiori, gli anni della lotta alla guerra del Vietnam,
della contestazione pura al capitalismo. Elisabeth, Goran, Erik, Anna,
Lasse, Klas, Sigvard e Signe sono adulti che inseguono il sogno di una
società differente. Non mangiano carne, niente Ketchup e patatine fritte,
ma soprattutto niente televisione o giochi di multinazionali per i bambini.
Questa la cornice apparente: la vita tra le mura di casa è molto differente.
L'impegno politico non è così pressante come sembrerebbe. Ognuno di loro
in realtà è un essere umano fatto di carne ed ossa e debolezze. Eppure
nonostante la storia di questi personaggi sia molto affascinante, TOGETHER
(il suo secondo lungometraggio) non sembra reggere il confronto con il
primo film di Moodysson.
FUCKING AMAL riscosse un grande successo di critica e pubblico, candidato
anche all'European Film Award come Miglior film Europeo del 1999. La storia
delle due adolescenti inglesi che scoprono la loro omosessualità e alla
fine riescono ad accettarla, commosse un po' tutti, anche per l'estrema
delicatezza con cui fu raccontata.
In TOGETHER, la scelta di inserire i personaggi in una comune degli anni
settanta, non sembra essere supportata da un' approfondimento del tema.
Questi otto personaggi avrebbero potuto vivere in qualsiasi altro posto
le loro peripezie quotidiane. Diversa dal suo primo lungometraggio anche
la scelta stilistica: frequenti, infatti, in TOGETHER movimenti di macchina
che da lontano si fissano sui primi piani dei personaggi.
Che Moodysson non fosse un grande sostenitore del linguaggio cinematografico,
lo si era capito anche dal suo primo film. Sono la trama, i dialoghi e
i personaggi le cose alle quali tiene di più. Eppure questi inquilini
della comune divertono, affascinano e commuovono: come Eva e Stefan, fratello
e sorella che vivono il difficile dramma di avere una famiglia divisa,
un padre alcolizzato che non ha la minima capacità di occuparsi neanche
di se stesso. Così, mentre Stefan riesce, a poco a poco, ad inserirsi
nella vita della comune, Eva trascorre la maggior parte del tempo chiusa
nella sua piccola stanza. Il personaggio di Eva è forse quello più riuscito
del film: quello più completo, che subisce un'evoluzione ed un'accettazione
della sua famiglia, graduale e soprattutto veritiera.
Infine il finale: come in FUCKING AMAL, Moodyson, dimostra ancora una
volta di predilire le conclusioni da favola, senza però la frase ad effetto
"… e vissero tutti felici e contenti!". Ma mentre nel suo primo lungometraggio
la conclusione positiva della storia delle due ragazzine non lasciò nulla
di in sospeso, in TOGETHER, non sembra aver avuto lo stesso effetto. Mentre
i personaggi del film gioiscono giocando a pallone, lo spettatore continua
a chiedersi il perché di un inizio con la notizia data alla radio della
morte di Franco e un finale così.
Voto: 24/30
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