THE RING
di Gore Verbinski
con Naomi Wattsm Martin Henderson, Brian Cox


Una ragazza muore in circostanze misteriose. La madre di questa chiede alla sua amica giornalista Rachel (Watts) di fare luce sulle cause del decesso. Spulciando nella vita della vittima Rachel si imbatte in una curiosa leggenda metropolitana che circola tra gli studenti e riguardante una misteriosa videocassetta contenente immagini enigmatiche e inquietanti (si intravede un misterioso anello di luce, un faro su un’isola avvolta nella nebbia, delle carcasse di cavalli morti su una spiaggia...). Chiunque abbia la sventura di vederla riceve una telefonata in cui la voce di una bambina predice il futuro del malcapitato: “morirai tra sette giorni”. Rachel, inizialmente scettica, trova la presunta videocassetta incriminata e decide di guardarla. Subito dopo riceve lo squillo del telefono che da inizio al conto alla rovescia verso la morte. L’unica speranza di salvezza è legata alla decifrazione delle immagini del nastro e alla triste storia di una bambina dotata di misteriosi poteri paranormali. In principio c’era RINGU, il film giapponese di Hideo Nakata del 1998 (in Italia l’originale si è potuto vedere sono in occasioni speciali come l’edizione 2000 del Far East Film di Udine), a sua volta tratto da una serie di romanzi di Koji Suzuki incentrati sulla maledizione della videocassetta che tra novelle a fumetti, trasposizioni cinematografiche, sequel, prequel, remake e serie televisive ha saputo imporsi come fenomeno di costume in estremo oriente. Una vera miniera d’oro per Hollywood, che sempre più di frequente ficca il naso in altre culture alla ricerca di autori e idee da rilanciare, dopo adeguato re-styling, in salsa occidentale (l’originale, che di solito è molto meglio, resta appannaggio dei pochi appassionati frequentatori di rassegne). Dopo aver saccheggiato l’action asiatico dei vari Ringo Lam e John Woo, adesso tocca al genere neo-horror post ”Sixth Sense”, quello dal budget sostenuto (per la costruzione di ricamate atmosfere sinistre, impeccabili incastri di montaggio ed effetti sonori che facciano ogni tanto saltare sulla sedia) e in cui non scorre una sola goccia di sangue. THE RING di Gore Verbinski (THE MEXICAN) è tutto qui, con l’aggravante di una recitazione sciatta e della zavorra di certe brutte abitudini dure a morire nei dialoghi (“Tu pensi che io sia pazza, non è vero?”, “No, io ti credo...” e così via). Il finale parla chiaro, ormai la videocassetta infernale è giunta anche qui da noi, e non si fermerà.


Link: http://www.dreamworks.com/ring/

Voto: 23/30

Loris SERAFINO
30 - 03 - 03


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