
Per festeggiare degnamente la fine
dell'anno scolastico, un gruppo di rampolli benestanti di una scuola
internazionale di Praga decide di organizzare un party notturno
intrufolandosi all'interno della lussuosa piscina comunale. Un killer
mascherato armato di machete provvederà a guastare la festa a tutti i
presenti. I lettori accorti hanno già capito, siamo in presenza del classico
thrillerazzo sanguinario di ambientazione studentesca. C'è solo un piccolo
dettaglio, la produzione è tedesca (titolo originale:
Der Tod feiert mit) e il
risultato è una baggianata da vergognarsi, come solo noi europei riusciamo a
imbastire quando volgiamo scopiazzare gli americani nel cinema di genere. La
scaletta comunque è rigorosamente rispettata. Si comincia con un efferato
omicidio iniziale che non c'entra niente con il proseguo della storia ma
serve a introdurre la nuova maschera di morte e a catturare l'attenzione
dello spettatore (SCREAM insegna). Poi l'ambientazione si sposta nella
rinomata scuola per ricchi in quel di Praga, sono in corso gli esami di fine
anno, e qui facciamo la conoscenza del gruppo di simpaticissimi studentelli
di cui sappiamo già che a) la gran parte di loro farà una fine atroce
(evvai!) e b) tra quelle facce pulite si nasconde anche l'assassino. Che sia
il belloccio figlio di papà conteso da tutte le gnocche della scuola? Oppure
lo sfigato schizzato che non se lo fila nessuno? Dopo parecchio bla bla bla,
noiose divagazioni su storie di corna e bamboleggiamenti vari (il pubblico a
questo punto comincia a spazientirsi, del resto ha pagato il biglietto per
vedere zampilli di sangue e corpi mutilati, no?), finalmente ha inizio la
carneficina (un'altra barzelletta: i primi a lasciarci le penne sono quelli
che cercano di fare sesso). Alla fine, davanti alla protagonista
ricca-ma-intelligente-e-comprensiva, il killer si toglierà la maschera e
l'arcano sarà svelato (ma è l'ennesima presa per i fondelli, gli autori
hanno barato). Come da copione, prima di togliersi dai piedi, il cattivo
dovrà morire almeno tre o quattro volte. Chicca finale, grande momento
recitativo in cui i sopravissuti si scambiano le ultime drammatiche battute
e si vede benissimo che uno di loro si sforza di non mettersi a ridere
davanti alla telecamera. Fuga dalla sala ancora buia, per questa volta anche
il cinefilo più accanito si risparmia i titoli di coda.
Sito ufficiale
Voto:05/30
28.07.2003
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