Il capitano Blake è tornato. A 25 anni di
distanza i cittadini di Antonio Bay si trovano di nuovo a dover fare i conti
con il veliero fantasma e il suo equipaggio che grida vendetta. Il remake
del film di Carpenter - qui nella veste di produttore - ripropone tutti i
temi del film originale.
Nick cerca di mandare avanti la sua attività tra mille difficoltà. Stevie è
la giovane e affascinante conduttrice della radio locale. Padre Malone è il
parroco del paese che ultimamente sembra dire cose prive senso. Intanto,
dopo 6 mesi passati a New York, fa ritorno in città Elizabeth, la ragazza di
Nick, preoccupata per gli strani sogni che le capita di fare da qualche
tempo. Quasi contemporaneamente inizia a fare la sua comparsa una strana e
fitta nebbia foriera di morte, proprio quando si sta per inaugurare un
monumento ai padri fondatori di Antonio Bay. Forse le due cose sono
collegate e solo il passato potrà svelare il mistero.
Il regista sceglie un impianto stilistico incentrato più sulle atmosfere che
sulla suspence. Chi si aspetta uno di quei film da salto sulla
poltrona rimarrà quindi deluso. Come nell’originale di Carpenter, i fantasmi
sono preceduti dalla nebbia che avvolge tutto e tutti tra le sue fitte
spire, lentamente ma inesorabilmente. Qui i cattivi non colgono di sorpresa,
circondano le proprie vittime e le uccidono senza pietà. In questo contesto
la scelta stilistica appare quasi obbligata e probabilmente la presenza di
Carpenter tra i produttori ha costituito una spinta ulteriore in questo
senso. La buona fotografia e gli effetti speciali hanno il merito di rendere
realistica e coinvolgente la vicenda anche se a livello di messa in scena ci
sarebbe qualcosa da rimproverare al giovane regista: l’uso probabilmente
eccessivo del rallenty appesantisce un po’ la storia e qua e là
alcuni passaggi, soprattutto quando si tratta di dialoghi, appaiono un po’
troppo didascalici. L’intreccio è però interessante e i particolari cambiati
rispetto all’originale risultano azzeccati: il poetico finale e l’ambiguo
personaggio di Elizabeth ne sono un esempio.
Probabilmente ci sarebbe qualcosa da ridire sulla scelta degli attori
evidentemente dettata da esigenze economiche piuttosto che artistiche visto
che molti dei protagonisti vengono da serie di successo o pellicole che
hanno avuto largo consenso tra i più giovani. Forse, quello che si deve
rimproverare maggiormente a The Fog
è proprio il fatto di non aggiungere quasi niente al precedente se non la
solita storia d’amore fine a se stessa e l’ormai inevitabile eccessivo uso
degli effetti speciali, in particolar modo sonori, che tolgono gran parte
del fascino alla pellicola.
Voto: 18/30
01/06/2006 |