SWEET SIXTEEN
di Ken Loach
con M. Abercromby e Martin Compston



La madre di Liam, Jean, una donna superficiale ed egoista, è in prigione per droga ma sarà rilasciata in tempo per il sedicesimo compleanno del figlio. Liam è intenzionato a far funzionare le cose: stavolta sarà tutto diverso. Il ragazzo sogna una famiglia serena e normale, un luogo della mente in cui sentirsi protetto ed amato, un cantuccio sicuro del corpo in cui rifugiarsi. La realtà è ben diversa: il compagno di Jean è uno spacciatore ed è guardato con odio e sospetto da Liam che ha una vera adorazione per la madre e non vorrebbe mai vederla soffrire nè, tanto meno, perdersi nel degrado di una relazione umiliante e pericolosa per la sua sicurezza. Durante la detenzione di Jean, dunque, Liam mette in atto il suo piano: ruba della droga al suo compagno e si "mette in affari" intraprendendo quella che si dimostrerà una strada senza ritorno nella direzione dei soldi facili. Il giro in cui entra il ragazzo, denso di perversioni di dantesca memoria, popolato di malavitosi di mezza tacca così come di di boss spietati, offre a Liam, che si distingue da subito per mente sveglia e tempi di reazione immediati, l'occasione di ottenere ciò che vuole in tempi brevi e con poca fatica. In questo percorso di crescita in cui il carattere viene formato dal compromesso piegandosi alla pesantezza delle azioni più abiette, Liam è accompagnato dalle due facce della sua coscienza: il suo amico d'infanzia che si getta a corpo morto nell'esperienza di una vita che supera i confini dell'illegalità senza cognizione alcuna della differenza tra bene e male, ma che si dimostrerà, presto, intralcio e peso da cui liberarsi e vittima di una selezione crudele dalla quale solo Liam potrà salvarlo; la sorella maggiore che nutre per Liam un amore morboso ed irrisolto nel quale vengono amplificati l'odio e la sfiducia per una madre assente ed inaffidabile e che cerca di allontanarlo da una scelta troppo grave per un giovane della sua età, soprattutto perchè sostenuta dai motivi sbagliati. Liam, comunque, deciso nel suo intento, realizza il suo scopo: entra nelle grazie del capo e guadagna soldi in abbondanza, tanti da comprare, oltre ad una bella casa ed un'automobile di lusso, anche la rispettabilità che non ha mai avuto. La sorella cerca di avvertirlo della fallacia dei suoi sogni per preservarlo dall'inevitabilità della delusione ma lui, testa dura su volontà solida, non desiste e prepara l'accoglienza per il ritorno dell'amata madre. Ciò che lo attende è scritto: Jean torna più stordita che che redenta e, già dal giorno seguente, scompare inghiottita da un mondo che non ha mai dimenticato nè voluto abbandonare. Ma stavolta Liam, forte di una nuova acquisita sicurezza, arrogante della prepotenza di chi è agnello coi lupi e forte con i dimessi, va a riprendersi sua madre ed il suo sogno di serenità e si scaglia, per questo, contro l'uomo che ai suoi occhi si frappone fra lui e la sua felicità. La lite degenera in lotta e la colluttazione si trasforma in tragedia: il compagno di Jean, accoltellato, muore. Ma la vita non è una relazione matematica in cui basta eliminare i termini estranei per ottenere il risultato voluto e Liam si rende conto che anche senza intromissioni esterne ed interazioni coartate la sua vita è e rimarrà sempre orribilmente imperfetta e deturpata. Un finale aperto lascia allo spettatore l'immagine di un ragazzino disperato, in lacrime, sopraffatto da esperienze troppo più grandi della sua maturità, che, sperduto, si avvia verso il mare per dare corso a chissà quali pulsioni.. Sola, la sorella, lo chiama e lo cerca per essergli vicino e colmare un vuoto che è troppo spaventoso per i sedici anni di Liam. La pellicola di Loach non spreca nemmeno una parola sulla via della verbosità.. va dritta al cuore come uno stiletto assassino.. pennella con essenzialità un quadro desolante che non può non commuovere.. L'ultimo e, forse, il più bello tra i film del regista britannico, vince per la semplicità dell'immagine e la profondità del sentimento che ne fa la sostanza narrata con asciuttezza e senza sbavature e merita, a ragione, di essere inserito nella rosa dei migliori film in concorso proiettati, fino ad oggi, al Festival di Cannes.

Voto: 29/30

Elisa SCHIANCHI
22 - 05 - 02


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