
La stessa immagine, lo stesso struggente senso di rallentamento del tempo:
una pompa che innaffia il canonico giardino americano tra steccati invariabilmente
bianchi. Può essere il contrappunto fiabesco all'orrore inatteso (BLUE
VELVET), o la chiave che apre le stanze mentali dell'infanzia (STRADE
PERDUTE), oppure una semplice annotazione che aiuta a capire come - arrivati
alla vecchiaia - quel giardino, quei piccoli gesti sacri quotidiani, sono
ciò che riempie il tempo del "non più tempo".
Non c'è discontinuità o salto tra le strade "biforcantisi" (o "perdute"
: LOST HIGHWAY, appunto) e la strada ritrovata,dopo averla smarrita (STRAIGHT
STORY= STORIA"DIRITTA"/GIUSTA). Così come questo acquerello dei sentimenti
forti e veri, ultimo film di David Lynch, potrebbe intitolarsi SMOOTH(*)
AT HEART, invertendo il "WILD" di dieci anni fa, ma non ribaltandone i
significati.
C'è sempre un tragitto da compiere, reale o mentale che sia, sempre un
percorso a tappe dal quale ci sporgiamo per vedere se ai bordi della strada
ci siano zone "slabbrate", sconnesse, indicatrici di "deragliamenti del
senso" ( la ragazza dell'incidente d'auto in CUORE SELVAGGIO, i multi-mondi
di TWIN PEAKS), o "compattamenti del sentimento" (UNA STORIA VERA). Lynch,
come il nano di T.P., arrotola e srotola al contrario il rosario di una
frase che è sempre la stessa, ma che, a seconda, può dirmi "la vita è
bella" oppure "questo è l'inferno". Un po' l'ANDRAI RITORNERAI NON MORIRAI
IN GUERRA (vaticinio dei Romani, che, spostando le virgole, mi salva o
mi uccide).
La strada "spenta" e atemporale di LOST HIGHWAY (porta tra due dimensioni,
come anche nel Carpenter del SEME DELLA FOLLIA) si apre qui in una metafora
esplicita di rettitudine e messa a posto della coscienza: i solari tragitti
di una provincia americana pronta a stupirti per solidarietà, collaborazione,
comprensione.
Che sia un film sulla terza età, è puro caso.
Perché dobbiamo leggere sempre, dietro la pagina sottile di queste opere,
di maturazioni/sbandamenti privati dei registi/autori che le hanno concepite?
Lynch non è cambiato. Sicuramente non la sua vita privata. Ci ha solo
fatto vedere i suoi personaggi in uno stato mentale (e, obiettivamente,
anche fisico) solo un po' diverso dal solito. Chi mi dice che la perdizione
in cui cade il protagonista del film in due diversi momenti della vita
(la guerra / la crisi familiare con il fratello ) non sia simile agli
"alterati stati di coscienza" di Bill Pullman (L.H.), alla paranoia onirico-domestica
di Jack Nance in ERASERHEAD, agli sdoppiamenti "morali" del padre di Laura
Palmer/Bob (T.P e FUOCO CAMMINA CON ME)? Siamo solo un po' più sotto il
sole, un po' più lontani dalla notte, ma allertati e insicuri quanto basta,
o quanto possono dire gli incredibili occhi di Richard Farnsworth, eroe
del (quasi) muto sentimento che lo porta a legarsi nuovamente alla parte
divisa di sé: suo fratello.
Diremmo suo "gemello nell'anima", pensando all'episodio in cui rimprovera
due meccanici gemelli di litigare sempre, ed è un parlare, evidentemente,
a se stesso.
Voto: 30/30
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