Travestito da intrigone politico, si cela bensì una
riflessione sul fatale destino della carta stampata (che cede il passo a
nuove forme di comunicazione e a nuove frenesie);
Russell Crowe è McAffrey giornalista vecchia scuola, coi suoi tempi e i suoi
modi, cosciente di come vanno le cose al Washington Globe (male) ma non per
questo amareggiato o intenzionato ad adeguarsi alle scorciatoie del
sensazionalismo o alle insistenze di una Helen Mirren arcigno/preoccupato
direttore;
Della Frye (Rachel McAdams) invece ha la smania di tutti i blogger: la corsa
all’esclusiva e del chi prima arriva, anche a scapito di non investigare le
fonti e incorrere in qualche abbaglio; ovviamente net addicted (o
succubed?);
Forzata collaborazione/passaggio del testimone.
La trama in vendita ci racconta invece di omicidi, apparentemente non
collegati fra loro, ma che sotto l'occhio attento del reporter e dello
spettatore risultano essere manovrati dall'ennesimo sovragoverno
drammaticamente infiltrato a ogni livello nell'istituzione;
E poi uno scandalo di costume che coinvolge un giovane politico idealista
(Ben Affleck) impegnato contro organizzazioni paragovernative con pochi
scrupoli...
L'intrigone procede facendo ben sperare, fino a esiti frenanti e
drammaticamente concreti, che rispediscono alla riflessione iniziale: il
ruolo dei media, dei giornalisti, dell'etica…;
Filmone piatto, in realtà, a costo di renderlo dozzinale
avrebbe giovato un esito alla Eagle
Eye o un finale malamente alla
Arlington Road; invece la
scelta raffinata di Kevin Macdonald anestetizza l’impatto di questa
produzione interessante sulla carta e dal cast prestigioso;
Tratto dall'omonima serie della BBC ma riambientato negli Stati Uniti e
reinventato nello svolgimento, ha avuto svariati problemi di produzione;
Russell Crowe e Ben Affleck sostituiscono Brad Pitt e Edward Norton a
lavorazione iniziata senza scatenare rimpianti (ma a noi questo non deve
interessare);
02:05:2009
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