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stateless things di Kyungmook Kim con Paul Lee, Saebyuk Kim e con Hyungkook Lim, Hyunjoon Yeom |
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27/30
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Con Jultak dongshi, Kim Kyung Mook porta sullo schermo due storie d'amore dal gusto melodrammatico. La prima vede come protagonisti Jun e Sun-hee – impiegati presso la stessa stazione di servizio -. Entrambi vivono in Corea del Sud da stranieri: Jun vi entra clandestino dalla Corea del Nord, mentre Sun-hee è di origini cinesi. Per proteggere dalle avance del gestore la giovane collega, Jun si fa licenziare. Tornato poi alla stazione per rivendicare il salario non corrisposto, finisce per litigare con il titolare e fare a botte. Scappa quindi con Sun-hee, dando inizio a una fuga liberatoria, romantica e al contempo impossibile. La seconda coppia, Hyeon e Seonghun – uomo d'affari di mezza età con famiglia - vive una losca relazione omosessuale. Il loro è un ménage appassionato che, tuttavia, non può reggere l’onda d’urto delle menzogne reciproche, della solitudine che Hyeon consuma nel lussuoso appartamento, in attese da ingannare comprando sesso su internet. Quando le traiettorie di solitudine dei due ragazzi - Jun e Hyeon - s’incrociano, i due decidono di farla finita insieme. Ma il doppio suicidio conduce a una nuova genesi, alla rinascita dei due in uno. Jultan dongshi offre allo spettatore una duplice declinazione della solitudine, e lo fa ponendo il focus sulle mutazioni che colpiscono tanto i mondi dei personaggi, quanto loro stessi. Si pensi ad es. al percorso di Jun: man mano che la narrazione procede, si ha l'impressione di trovarsi davanti a un nuovo personaggio. Si è testimoni del “nuovo inizio” di Jun; dimenticata infatti Sun-hee – che scompare dal racconto – il giovane si sottopone, per soldi, a delle prestazioni sessuali umilianti con Hyeon. Sul finale, però, Jun e Hyeon si “fondono” in un'unica entità, in un solo destino. Kim Kyung Mook si serve di storie dalle forte valenza sociale per dare vita a una pellicola il cui obiettivo è quello di trovare risposta a un quesito specifico: “Come possono due ragazzi sottrarsi alla chiusura del tempo e dello spazio che li circondano?”. Alla fine, la loro morte è uguale e superiore alla prospettiva di una vita eterna, e si trasforma in un momento misterioso di rinascita. Si respira un anelito di disillusione e, forse, anche di pessimismo. Del resto, come ha dichiarato il regista, “Jultak dongshi significa una gallina e un pulcino becchettano il guscio dell’uovo dall’esterno e dall’interno allo stesso tempo per farlo schiudere. Allo stesso modo,quando affrontiamo il dolore del suicidio possiamo salutare la speranza di una nascita”.
09:09:2011 |
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