Brixton,
sud di Londra, 2000: punto di incontro di negri, bianchi, giovani, eterosessuali,
senzatetto e benestanti. South West 9 è un ritratto forte e divertente
di sei individui singolari che si barcamenano in questo labirinto urbano
e si ritrovano invischiati, nell'arco di 24 ore, in una frenetica ed intensa
ricerca che cambierà le loro vite per sempre.
Richard Parry ha solo trentadue anni e ha già girato numerosi documentari
sulle guerre nei Balcani, Cecenia e Sierra Leone. La sua esperienza documentaristica
l'ha convogliata nel suo primo film. Il vero protagonista della pellicola
è il caos. Il ritmo filmico è frenetico, aiutato da continui stacchi e
dalla colonna sonora: musica dance sparatissima. Mitch, uno dei sei ragazzi,
involontariamente appoggia la mano nel posto sbagliato e si sballa definitivamente.
Lì, dal punto di vista formale, nasce il caos. Mitch è l'illogico. Ma
le storie, raggazzi alla ricerca di qualcosa, chi di un Cd chi di soldi,
inframezzate da documentari di rivolta nei quartieri Londinesi contro
la polizia o di vera e propria guerra, perdono un vero e proprio filo
conduttore. Il tremine finale di tutto sembra essere la fetsa che stanno
preparando nella chiesa. Ma è solo un pretesto. Il Caos copre ogni cosa
come una coperta.
E' un film di fine millennio sulla nuova generazione britannica che cerca
nella droga lo sballo, la protesta, e la comunicazione vera e propria.
Anche per Irvine Welsh di TRAINSPOTTING e ACID HOUSE la droga sembra essere
l'unica fonte di comunicazione per i giovani inglesi.
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