
Dal romanzo di Stanislaw Lem. Lo psichiatra Chris Kelvin (Clooney) viene
inviato sulla stazione spaziale Prometeo, orbitante nei pressi del pianeta
Solaris, dopo aver ascoltato un criptico appello registrato del suo amico
Girabian, il comandante della missione. Appena giunto sulla Prometeo, Chris
scopre che Gibarian si č suicidato e che gli unici due sopravissuti (un
misterioso e sfuggente bambino, lo "schizzato" Snow interpretato da Davies e
la terrorizzata dottoressa Gordon) sembrano incapaci di descrivere quali
assurdi accadimenti hanno stravolto la vita degli inquilini della stazione
spaziale. Lo psichiatra sperimenterā sulla sua pelle l'influsso che il
pianeta Solaris esercita sugli esseri umani quando, dopo una notte di sogni
agitati, riceverā la visita della sua amata moglie Rheya (McElhone), morta
suicida alcuni anni prima e per la cui sorte č ancora ben vivo il senso di
colpa. Evidentemente timoroso di essere imbrigliato o etichettato in qualche
categoria artistico-produttiva, Soderbergh le prova tutte per spiazzare
critica e pubblico. Questa volta, con i soldi di una Major, affronta le
sabbie mobili della cosiddetta fantascienza filosofica che guarda a 2001
ODISSEA NELLO SPAZIO; un sottogenere che utilizza il tema del viaggio
spaziale e dell'incontro con entitā "altre" (qui il globo di energia
plasmatica che materializza i fantasmi della coscienza, enigma insondabile,
un enorme occhio che sembra scrutarci, oppure uno specchio in cui osserviamo
noi stessi) per implodere in una riflessione sull'Uomo e sul Destino (Il suo
ruolo nell'Universo, la Vita, la Morte, la caducitā dell'Esistere, la
Morale, i limiti della Ragione). Una esplorazione interiore, dunque, che il
SOLARIS di Soderbergh articola attorno alla storia d'amore spezzata tra
Chris e Rheya, alternando il piano della memoria della relazione che i due
hanno avuto sulla Terra (in una cittā cupa, piovosa, indifferente) con la
realtā attuale sulla Prometeo, piani che via via si sovrappongono, si
compenetrano e si fondono in un limbo "senza tempo". Il risultato č un
ibrido para-sperimentaloide che rischia di scontentare parecchi spettatori,
dai cinefili memori della lezione di Tarkosky (con la sua ormai "mitica"
versione del 1972, praticamente impossibile da apprezzare nella sforbiciata
edizione italiana) a coloro che vanno al cinema soprattutto per vedere il
bel tenebroso volto di Clooney (che qui concede pure le terga) e si
aspettano un prodotto hollywoodiano. Le musiche ipnotiche di Cliff Martinez,
la recitazione trattenuta, i colori freddi predominanti e l'evolversi quasi
"congelato" della narrazione concorrono alla costruzione di un'atmosfera
sospesa, onirica, non da buttare via. Francamente ridicole invece sono le
interpretazioni scientifiche zeppe di paroloni con cui Gordon e Snow cercano
di spiegare la natura fisica degli "ospiti" dell'astronave.
Link:
http://www.solaristhemovie.com
Voto: 24/30 |