SOLARIS
di Steven Soderbergh
con George Clooney, Natascha McElhone, Jeremy Davies


Dal romanzo di Stanislaw Lem. Lo psichiatra Chris Kelvin (Clooney) viene inviato sulla stazione spaziale Prometeo, orbitante nei pressi del pianeta Solaris, dopo aver ascoltato un criptico appello registrato del suo amico Girabian, il comandante della missione. Appena giunto sulla Prometeo, Chris scopre che Gibarian si č suicidato e che gli unici due sopravissuti (un misterioso e sfuggente bambino, lo "schizzato" Snow interpretato da Davies e la terrorizzata dottoressa Gordon) sembrano incapaci di descrivere quali assurdi accadimenti hanno stravolto la vita degli inquilini della stazione spaziale. Lo psichiatra sperimenterā sulla sua pelle l'influsso che il pianeta Solaris esercita sugli esseri umani quando, dopo una notte di sogni agitati, riceverā la visita della sua amata moglie Rheya (McElhone), morta suicida alcuni anni prima e per la cui sorte č ancora ben vivo il senso di colpa. Evidentemente timoroso di essere imbrigliato o etichettato in qualche categoria artistico-produttiva, Soderbergh le prova tutte per spiazzare critica e pubblico. Questa volta, con i soldi di una Major, affronta le sabbie mobili della cosiddetta fantascienza filosofica che guarda a 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO; un sottogenere che utilizza il tema del viaggio spaziale e dell'incontro con entitā "altre" (qui il globo di energia plasmatica che materializza i fantasmi della coscienza, enigma insondabile, un enorme occhio che sembra scrutarci, oppure uno specchio in cui osserviamo noi stessi) per implodere in una riflessione sull'Uomo e sul Destino (Il suo ruolo nell'Universo, la Vita, la Morte, la caducitā dell'Esistere, la Morale, i limiti della Ragione). Una esplorazione interiore, dunque, che il SOLARIS di Soderbergh articola attorno alla storia d'amore spezzata tra Chris e Rheya, alternando il piano della memoria della relazione che i due hanno avuto sulla Terra (in una cittā cupa, piovosa, indifferente) con la realtā attuale sulla Prometeo, piani che via via si sovrappongono, si compenetrano e si fondono in un limbo "senza tempo". Il risultato č un ibrido para-sperimentaloide che rischia di scontentare parecchi spettatori, dai cinefili memori della lezione di Tarkosky (con la sua ormai "mitica" versione del 1972, praticamente impossibile da apprezzare nella sforbiciata edizione italiana) a coloro che vanno al cinema soprattutto per vedere il bel tenebroso volto di Clooney (che qui concede pure le terga) e si aspettano un prodotto hollywoodiano. Le musiche ipnotiche di Cliff Martinez, la recitazione trattenuta, i colori freddi predominanti e l'evolversi quasi "congelato" della narrazione concorrono alla costruzione di un'atmosfera sospesa, onirica, non da buttare via. Francamente ridicole invece sono le interpretazioni scientifiche zeppe di paroloni con cui Gordon e Snow cercano di spiegare la natura fisica degli "ospiti" dell'astronave.

 

Link: http://www.solaristhemovie.com

Voto: 24/30

Loris SERAFINO
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