la siciliana ribelle

Con Paolo Briguglia, Veronica D'Agostino

22/30

è strano da dire, ma a questo film avrebbe giovato un immediato passaggio sulle reti della televisione di stato; non tanto per l'involto ordinario, dichiaratamente convenzionale ma più per il desiderio di raccontare, con piglio divulgativo, una pagina di storia italiana; L'introversa clandestinità della sala cinematografica rende invisibile certo cinema d'impegno (dove per conquistarsi la visibilità sono necessari sforzi immani o virtù eccellenti o molto denaro); Quindi è facile sperare che nella sua seconda vita troverà quella dignità per ora negata dai suoi difettucci e una platea meno critica (la rai è in quota quindi non ci sono nubi sulla distribuzione); Poi pare brutto dire male di un film pedagogico, ma è il solito problema delle intenzioni che impattano sulla realizzazione;

Sulla carta il film funziona (raccontando la storia vera della bambina ribelle Rita Atria e l'emersione da quella tradizione mafiosa e ancestrale);

Il film patisce tutti i mali dell'opera prima, che vi risparmio ma che il regolamento in questi casi dispensa;

Prevale la volontà di un racconto lineare, che io non preferisco ma che va riconosciuto, ben illustra la difficile coesistenza di mafia e realtà, spesso sfuggente al giudizio di uno sguardo forestiero;

Purtroppo il film è schematico e si leggono sullo schermo gli stralci della sceneggiatura spuntati meccanicamente; sembra solo una prova generale, il giorno prima delle riprese e sembra che il cinema "non imperi" (scusate la citazione);

Ininfluente la scelta degli interpreti (questo non un vero rimprovero) e il riflusso del cast di Respiro risulta stridente alla luce della distanza lirica delle due pellicole (colpa della persistenza dell'immagine nei ricordi);

La cinematografia è purtroppo solo corretta (ma un plauso all'onnipresente Bigazzi padrino di tanto nuovo cinema italiano);

Qualche altro cruccio è il non aver sfruttato la Sicilia che vogliono gli stranieri (quell'Italia immaginaria e ferma nel tempo che ancora propaga le nostre storie nel mondo);

Rammarica, riconoscendo lo sforzo produttivo, il grande interesse civile della vicenda, che non ci sia reso un film importante e da esibire, ma solo un altro film televisivo.
 

21:02:2009