SHOWTIME
di Stanley Kwan

con Carina Lau, Hu Jun
Altri interpreti: Tony Leung Ka-Fai, Huang Lei

LEONE D'ORO VENEZIA.67

di Marco GROSOLI

 

24/30

 

Comincia come un "Saranno Famosi" qualsiasi. Comincia, anzi, esattamente come un "Saranno Famosi" qualsiasi: un gruppetto di aspiranti ballerini, a Shanghai, alle prese con il saggio di diploma, con le speranze e le paure del caso. C’è quello che ha lasciato la famiglia in provincia ed è schiacciato dalle ambizioni di successo; c’è quella che si innamora, le amicizie che si fanno e si disfano, eccetera eccetera. E poi, prosegue quasi come un "Saranno Famosi" qualsiasi. Il “quasi” è dovuto al fatto che sei di loro vengono dal 1936, e cercano di tornare al loro tempo con l’energia dei ballerini che vorranno, si spera, unirsi a loro.
Inevitabile pensare al meraviglioso Rouge, dello stesso Kwan (1988), altra storia d’amore spaccata tra tempi diversi nello stesso spazio angusto della scena teatrale. Ma se quello era rosso fuoco, questo è un rosé, se non addirittura un Crodino. Tutta la parte ambientata nel passato è di un’esilità disarmante. E finisce per essere schiacciata dai balletti (mediocri), dagli ammiccamenti alla “meglio gioventù” della nuova Cina rampante, ai soliti giochini di Christopher Doyle con le superfici riflettenti, i vetri e così via. L’enfasi sul ritmo (sostenutissimo) serve solo a coprire il vuoto, e in particolare la totale pretestuosità dell’incrocio tra passato e futuro (per non parlare della capatina finale nella reunion dei “rimasti nel presente” nella Shanghai del 2019). La sensazione, assai spiacevole (soprattutto tenendo conto del passato del regista) è quello di un film fatto esclusivamente di riempitivi.
 

04:09:2010