L’UOMO SENZA SONNO
di Brad Anderson
Con: Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, John Sharian, Aitana Sanchez-Gijon Kretschmann

di Federico BERNARDI



La traccia dolorosa, una lieve pressione costante, un dolore compresso che chimicamente con lentezza il regista Brad Anderson libera virando al no-color-blue, piccole es-plosioni della mente che libera sogni ed effettua operazione catartica di Trevis, l'operaio che porta stivali texani intarsiati, piace alle donne e vive da un anno senza sonno con molti sogni, ovvero la morte rovesciata - l'alternarsi del sonno e dei sogni è la pulsione tra vita e morte come Ferenczi spiegò : l'insistente entrare della morte (che si incarna nel trauma di T.) nella nostra vita.
Così questa esistenza lampeggia tra paranoidi complotti e si spegne in impossibili relazioni, la terribile disperazione inerziale di Trevis arriva a redimere l'amica prostituta, che ascolta ed è ascoltata, corpo violato eppur così puro nella bella e dolente interpretazione di Jennifer Jason Leigh (me la immaginavo così nella parte tagliata da Kubrick in Eyes Wide Shut).
Atmosfere che richiamano altri esploratori della psiche per immagini - Cronenberg, Lynch, Jodorowsky nel piccolo Santa Sangre che irrompe dal frigo-dispensa di cibo avariato in una casa piena di dimenticanze quotidiane come rito ricorrente per rimuovere il Crash.
Il Pasto Nudo di Trevis-Miller-the-Killer, ampio citazionismo assai lezioso (verrebbe da dire capzioso), la galleria degli Orrori e l'Amore a cui si aggrappa disperatamente l'Uomo Senza Sonno sono incrinati in parte da un disequilibrio registico, che si lacera in senso filmico con frequenti amnesie nel montaggio manieristico eppur si ferma a un passo dalla delusione con repentine intuizioni e genuina ricerca di un linguaggio proprio, e in questa prova d'autore Anderson raccoglie alcuni frutti di un'acerba (ma in crescita dal precedente Session9) letteratura di genere impreziosita da sprazzi di genio.
Il senso del ritmo di Anderson è forte, la tensione è un susseguirsi di brevi oscillazioni che seguono il personaggio di Travis nei suoi frequenti passaggi di stato alterato mentale. Anche i nostri occhi si sbarrano per poi spalancarsi, si socchiudono le labbra e il fastidio claustrofobico è avvolgente.
Bale è magnifico in un'interpretazione che aldilà della privazione pura.
 

Voto: 28/30

26.09.2004


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