
La traccia dolorosa, una lieve pressione costante, un dolore compresso che
chimicamente con lentezza il regista Brad Anderson libera virando al
no-color-blue, piccole es-plosioni della mente che libera sogni ed effettua
operazione catartica di Trevis, l'operaio che porta stivali texani
intarsiati, piace alle donne e vive da un anno senza sonno con molti sogni,
ovvero la morte rovesciata - l'alternarsi del sonno e dei sogni è la
pulsione tra vita e morte come Ferenczi spiegò : l'insistente entrare della
morte (che si incarna nel trauma di T.) nella nostra vita.
Così questa esistenza lampeggia tra paranoidi complotti e si spegne in
impossibili relazioni, la terribile disperazione inerziale di Trevis arriva
a redimere l'amica prostituta, che ascolta ed è ascoltata, corpo violato
eppur così puro nella bella e dolente interpretazione di Jennifer Jason
Leigh (me la immaginavo così nella parte tagliata da Kubrick in
Eyes Wide Shut).
Atmosfere che richiamano altri esploratori della psiche per immagini -
Cronenberg, Lynch, Jodorowsky nel piccolo
Santa Sangre che irrompe dal
frigo-dispensa di cibo avariato in una casa piena di dimenticanze quotidiane
come rito ricorrente per rimuovere il Crash.
Il Pasto Nudo di
Trevis-Miller-the-Killer, ampio citazionismo assai lezioso (verrebbe da dire
capzioso), la galleria degli Orrori e l'Amore a cui si aggrappa
disperatamente l'Uomo Senza Sonno
sono incrinati in parte da un disequilibrio registico, che si lacera in
senso filmico con frequenti amnesie nel montaggio manieristico eppur si
ferma a un passo dalla delusione con repentine intuizioni e genuina ricerca
di un linguaggio proprio, e in questa prova d'autore Anderson raccoglie
alcuni frutti di un'acerba (ma in crescita dal precedente
Session9) letteratura di
genere impreziosita da sprazzi di genio.
Il senso del ritmo di Anderson è forte, la tensione è un susseguirsi di
brevi oscillazioni che seguono il personaggio di Travis nei suoi frequenti
passaggi di stato alterato mentale. Anche i nostri occhi si sbarrano per poi
spalancarsi, si socchiudono le labbra e il fastidio claustrofobico è
avvolgente.
Bale è magnifico in un'interpretazione che aldilà della privazione pura.
Voto: 28/30
26.09.2004 |