SEGUNDA PIEL
di Gerardo Vera
con Jordi Molla, Javier Bardem e Ariadna Gil



SEGUNDA PIEL è la storia di un uomo diviso tra l'amore per sua moglie e suo figlio, quindi per la normalità, e la passione per un altro uomo. Oppure, è la storia di un omosessuale, innamorato di un uomo sposato che non riesce ad accettare la sua vera identità sessuale. Ovvero, è la storia di una donna che ama suo marito, ma che ad un certo punto scopre che lui ha una relazione con un altro uomo. L'unica cosa certa è che il protagonista (Jordi Molla) è in piena crisi e non riuscendo a barcamenarsi, in una situazione obiettivamente complicata, finisce per far soffrire sia la moglie (Ariadna Gil) che l'amante (Xavier Bardem). Il finale è tragico, manifestamente punitivo e l'ultima scena sembra un tentativo poco riuscito di riequilibrio di un film che lascia ben poche speranze.
Il pensiero va istintivamente al TUTTO SU MIA MADRE di Almodovar, soprattutto per l'attenzione ad una realtà diversa e per l'atmosfera melodrammatica. Ma in SEGUANDA PIEL manca la forza delle immagini, la simbologia dei colori, l'amalgama delle luci. E, malgrado il film scorra senza noia, non arriva mai a colpire, a stravolgere. Anche i personaggi sono poco delineati. Non si sa mai cosa tengano nascosto dentro, cosa provino veramente. Molto è lasciato all'interpretazione degli attori: dolcissima ed affascinante Ariadna Gil riesce a trasmetterci la figura di una donna spiazzata dagli eventi che, con una fragilità solo apparente, sceglie sempre e comunque di seguire le indicazioni dei suoi sentimenti. E decisamente coinvolgente è l'interpretazione di Bardem, mai troppo calcata o banale: l'ostinazione nel volere il suo uomo, la sua sensuale fisicità e il continuo miscuglio di sensazioni che esprime in relazione all'umore dell'altro rendono il suo personaggio assolutamente universale.
Interessante anche la scelta del titolo, possibile chiave di lettura del taglio del film: infatti, sembra che il regista con "seconda pelle" voglia evidenziare un ulteriore strato di superficie. E per questo non svela mai quale sia la vera natura dei sentimenti, lasciando nello spettatore la chiara idea di una imperante finzione.

Voto: 22/30

Francesca MANFRONI
17 - 08 - 01


::: altre recensioni :::