
SEGUNDA PIEL è la storia di un uomo diviso tra l'amore per sua moglie
e suo figlio, quindi per la normalità, e la passione per un altro uomo.
Oppure, è la storia di un omosessuale, innamorato di un uomo sposato che
non riesce ad accettare la sua vera identità sessuale. Ovvero, è la storia
di una donna che ama suo marito, ma che ad un certo punto scopre che lui
ha una relazione con un altro uomo. L'unica cosa certa è che il protagonista
(Jordi Molla) è in piena crisi e non riuscendo a barcamenarsi, in una
situazione obiettivamente complicata, finisce per far soffrire sia la
moglie (Ariadna Gil) che l'amante (Xavier Bardem). Il finale è tragico,
manifestamente punitivo e l'ultima scena sembra un tentativo poco riuscito
di riequilibrio di un film che lascia ben poche speranze.
Il pensiero va istintivamente al TUTTO SU MIA MADRE di Almodovar, soprattutto
per l'attenzione ad una realtà diversa e per l'atmosfera melodrammatica.
Ma in SEGUANDA PIEL manca la forza delle immagini, la simbologia dei colori,
l'amalgama delle luci. E, malgrado il film scorra senza noia, non arriva
mai a colpire, a stravolgere. Anche i personaggi sono poco delineati.
Non si sa mai cosa tengano nascosto dentro, cosa provino veramente. Molto
è lasciato all'interpretazione degli attori: dolcissima ed affascinante
Ariadna Gil riesce a trasmetterci la figura di una donna spiazzata dagli
eventi che, con una fragilità solo apparente, sceglie sempre e comunque
di seguire le indicazioni dei suoi sentimenti. E decisamente coinvolgente
è l'interpretazione di Bardem, mai troppo calcata o banale: l'ostinazione
nel volere il suo uomo, la sua sensuale fisicità e il continuo miscuglio
di sensazioni che esprime in relazione all'umore dell'altro rendono il
suo personaggio assolutamente universale.
Interessante anche la scelta del titolo, possibile chiave di lettura del
taglio del film: infatti, sembra che il regista con "seconda pelle" voglia
evidenziare un ulteriore strato di superficie. E per questo non svela
mai quale sia la vera natura dei sentimenti, lasciando nello spettatore
la chiara idea di una imperante finzione.
Voto: 22/30
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