
Dopo dodici anni trascorsi in carcere, Walter (Bacon) si rifugia in
un’anonima cittadina e comincia a lavorare presso un deposito di
legname. Qui conosce Vickie (Sedgwick), una donna dai modi bruschi che
si dimostra in grado di penetrare il suo muro di riservatezza e di
rispettare il suo passato da galeotto. Nonostante fra i due nasca presto
un’appassionata relazione, Walter non riesce a liberarsi dal peso di un
segreto inconfessabile: la molestia sessuale nei confronti di tre
ragazze minorenni. Quando deciderà di giocare a carte scoperte, il
rapporto con Vikie entrerà ovviamente in crisi, ma la cosa più difficile
sarà non ricadere nelle orribili tentazioni del passato.
Nicole Kassell esordisce alla regia con un personaggio davvero difficile
da far digerire: un pedofilo (anche se non stupratore) che cerca di
crearsi una nuova identità attraverso un doloroso itinerario interiore
fatto di lancinanti sensi di colpa e nuove, abissali ossessioni. Una
figura dalle molte sfaccettature che Bacon si carica sulle spalle e
porta a vette di sincera emozione pur mantenendo una compostezza lontana
anni luce dai classici standard hollywoodiani. Ed è sul suo volto tirato
e attraversato da fugaci spiragli d’abisso, che è dipinta la bellezza e
la stessa ragion d’essere di un film diretto con mano certa ma senza
particolari guizzi. Anche perché nei minuti finali la sceneggiatura –
scritta dal regista in collaborazione con Steven Fechter, autore
dell’omonima opera teatrale – partita a razzo per esplorare nuovi lidi
perde improvvisamente tutto il suo coraggio e opta per la soluzione più
facile e convenzionale. Così come si sgonfia la promettente dialettica
fra il protagonista e l’irritante agente che lo tiene sott’occhio (Def).
Voto: 25/30
08:01:2005 |