
Ritiratosi nella propria casetta in riva
al lago con l’intento di dimenticare la moglie fedifraga e di ritrovare
l'ispirazione perduta, uno scrittore non prende granchè sul serio un
individuo poco accomodante che un bel giorno bussa alla porta per accusarlo
di plagio e promettere ritorsioni; ma sarà costretto a ricredersi quando
alle iniziali minacce si aggiungeranno inquietanti atti di vandalismo e la
persecuzione di alcuni conoscenti.
Dalla tetralogia "Quattro dopo Mezzanotte", uno dei lavori in assoluto meno
amati del prolifico Stephen King, era scaturito sino ad ora solamente il
televisivo THE LANGOLIERS, nel quale, al di là della valida regia del
mestierante Tom Holland, era impossibile non notare le macroscopiche
similitudini col racconto YESTERDAY WAS MONDAY di Theodore Sturgeon e con
UNA QUESTIONE DI MINUTI, l'episodio della serie AI CONFINI DELLA REALTà
da esso tratto. Nemmeno "Finestra segreta, giardino segreto", su cui si basa
questo SECRET WINDOW, brilla per originalità - non essendo in fondo altro
che la stanca ripresa di una tematica già affrontata dallo stesso King, con
migliori risultati, nel romanzo "La Metà Oscura", di poco anteriore, e
tornata ora prepotentemente in voga dopo il successo di IDENTITY e di taluni
suoi fortunati omologhi, come il francese HAUTE TENSION ed il coreano A TALE
OF TWO SISTERS.
La penna dell'autore di SHINING ha partorito nel tempo sia capolavori
("Uscita per L'Inferno") che prove francamente imbarazzanti (CHRISTINE, LA
MACCHINA INFERNALE) e, in mezzo ai due estremi, tante opere degne di nota
quasi esclusivamente in virtù di uno stile narrativo inarrivabile -
destinato però a perdersi, di solito, tra le mani dei registi che ne curano
gli adattamenti per lo schermo. David Koepp, sceneggiatore valido (suo lo
script di PANIC ROOM) ma dotato di una scarsa attitudine per la regia ( lo
aveva già dimostrato nel deludente ECHI MORTALI, tratto da Richard Matheson
) non è purtroppo l'eccezione che conferma la regola: tra pochissime
emozioni e tanta noia, il suo SECRET WINDOW scorre stancamente verso una
soluzione troppo telefonata per stupire davvero, finendo inevitabilmente col
somigliare, più che altro, alla puntata allungata di un qualunque telefilm
da seconda serata - dove la piattezza è tale da impedire persino ad attori
di buon nome quali Johnny Depp e John Turturro (e in ruolo secondario c'è
pure Timothy Hutton, curiosamente già apparso in veste di protagonista nella
mediocre versione cinematografica di LA METà
OSCURA realizzata da un George Romero giunto ormai al capolinea) di
conferire ai propri personaggi un adeguato spessore. In circolazione si vede
comunque di molto peggio, ma non basta certamente ciò a farne un film da
ricordare.
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Voto: 18/30
30.05.2004
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