
Dopo aver scoperto che la sua ex fidanzata Clementine (Winslet) ha
cancellato dalla propria memoria il loro tumultuoso rapporto grazie ad un
innovativo intervento chirurgico, Joel (Carrey) decide di sottoporsi al
medesimo intervento. Comincerà così un bizzarro viaggio all’interno della
propria mente, che lo porterà a rivivere le diverse fasi della relazione
sentimentale appena trascorsa. Una volta incontrata la proiezione mentale di
Clementine, però, Joel vorrebbe tornare sui propri passi. Ma forse sarà
troppo tardi.
Dopo ESSERE JOHN MALKOVICH e il meno riuscito ma altrettanto originale LADRO
DI ORCHIDEE, Charlie Kaufman si conferma uno dei pochi scenggiatori capaci
di rinnovare gli schemi del cinema americano, sempre più perso in un
panorama – a volte cristallino, altre volte spettrale – di rivisitazioni del
proprio passato. Di nuovo, con un tono leggero ma potentemente visivo,
Kaufman affronta il tema della crisi d’identità, stavolta vista attraverso
la fine di un rapporto d’amore. E, sebbene sfiori più volte il giochino
cervellotico, approda infine ad una semplice, dolente poetica dei sentimenti
e dei ricordi, durante un viaggio della coscienza che nei suoi momenti
migliori ricorda addirittura il SOLARIS di Tarkovskij, ed a cui si può
rimproverare solo un pochino di fretta e la mancanza di un più considerevole
contrappunto realistico che avrebbe rinvigorito ulteriormente l’aspetto
visionario. Gondry, alla seconda regia, riesce a trasporre bene sullo
schermo le immagini suggerite dallo scirpt. Ma non si può dire che il film
sia opera sua.
Carrey e Winslet, pur molto bravi, sono lì per rassicurare il grande
pubblico: come i precedenti, è un film molto più profondo di quanto vuole
apparire.
Voto: 28/30
21.10.2004 |