
Al
grido di: "Scooby-Doo, where are you?" ecco arrivare sul grande
schermo, e con attori in carne ed ossa, il film tratto dal celeberrimo
cartoon della Warner, ideato da Hanna e Barbera nel lontano 1969.
C'è tutta la "Misteri & Affini" al gran completo:
il vanesio Fred (Freddie Prinzie Jr.), la bella Daphne (Sarah Michelle
Gellar), l'arguta Velma (Linda Cardellini), e lo sconclusionato Shaggy
(Matthew Lillard); ovviamente non può mancare lui, l'antieroe per
eccellenza, l'alano più fifone che abbia mai poggiato zampa su
questo mondo…Scooby-Doo!
La verosimiglianza col cartoon, e allo stesso tempo l'incredibile effetto
di realtà di Scooby e delle altre creature fantastiche (realizzati
con la tecnica del CGI) testimoniano il grande impegno e la forte volontà
che stanno dietro questo film.
Ma veniamo alla storia: lo scoglio più difficile da superare, in
questi casi, è proprio il raccontare in circa un'ora e mezzo, che
è la durata media di un lungometraggio (e il film di Gosnell non
fa eccezione: 85'), ciò che il pubblico è abituato a veder
risolversi in una trentina di minuti, ovvero in un episodio. Se si tenta
di "allungare il brodo", il risultato sarà la perdita,
inesorabile, del ritmo, mentre se si infarcisce la storia come una torta
(perdonate il doppio paragone "alimentare"), con ingredienti
impropri, si finirà col tradire lo spirito del format originale.
In SCOOBY-DOO questo non avviene: il film inizia proprio dove in genere
il cartoon finisce, ossia con la soluzione del "mistero del giorno"
(e con i geniali piani di Fred e Velma scombussolati da Scooby e Shaggy),
la cattura del malvagio di turno e la successiva conferenza stampa, in
cui Fred si arroga, al solito, i meriti del successo. Ma questa volta
la situazione degenera, e la "Misteri & Affini chiude i battenti
per contrasti interni.
Ognuno prende quindi la propria strada, tranne l'inseparabile coppia Scooby-Shaggy,
che resta unita e ci dà anche l'opportunità di vedere, finalmente,
l'interno della Mistery Machine…
Dopo due anni però, ecco che il mondo ha di nuovo bisogno dei detective
del paranormale: Emile Mondavarious (un azzeccato Rowan Atkinson, il Mister
Bean del piccolo schermo), convoca separatamente Fred, Daphne, Velma,
Shaggy e Scooby per disinfestare il parco di divertimenti Spooky Island,
di cui è proprietario. Per risolvere il mistero, dopo qualche -inevitabile-
attrito, il gruppo dovrà ricomporsi, superando ogni divergenza,
e riuscire così a salvare loro stessi e magari…il mondo intero!
Il passaggio dalla bidimensionalità (anche psicologica) del cartoon
alla tridimensionalità del grande schermo risulta perfettamente
riuscito: gli attori, (per la maggior parte nati artisticamente nel piccolo
schermo), hanno aggiunto ognuno qualcosa in più al proprio personaggio,
senza stereotiparlo, ovvero riuscendo ad uscire dal cliché del
tipo fisso del cartoon, senza stravolgerlo.
Abbiamo quindi un Fred arrogante sì, ma anche buffo, e che riesce
ad uscire dal proprio egoismo; Velma sempre genialoide e persa senza gli
occhiali, ma anche con una propria personalità; Daphne bellissima
e futile, ma che -incredibile!- impara a difendersi da sé. Shaggy
e Scooby rimangono invece praticamente identici a loro stessi, e come
i comici "puri", rispondono soltanto a bisogni semplici ed immediati:
mangiare prima di tutto, e, poi, fuggire il più lontano possibile
da qualunque pericolo. Restano quindi inalterate le scene slapstick tra
loro due, che sono sempre state un po' il motore comico e narrativo del
cartone animato; qui però il merito va soprattutto all'attore Matthew
Lillard, uno "Shaggy nato" che riesce a trasmettere energia
anche al cagnolone digitale. Notevole, se si pensa che ha dovuto recitare
da solo (gli effetti speciali vengono aggiunti a riprese terminate).
La matrice anni '70 del cartone animato (ricordiamolo: era di moda la
psichedelia…) è resa dai colori vividi e brillanti degli abiti
e degli scenari, cosa non facile da realizzare, visto che quasi tutte
le scene si svolgono di notte; fedeltà ad ogni costo, insomma,
senza comunque mai "scimmiottare" o dare l'impressione del troppo
costruito.
Lo SCOOBY-DOO di Gosnell è un film comico, fresco ed attuale, nonostante
il soggetto originale sia datato '69: i bambini di oggi ridono in sala
come trent'anni fa si rideva davanti al piccolo schermo, i bambini di
allora si divertono senza rimpianti, chi lo scopre al cinema capisce il
perché di un successo così duraturo.
Voto: 28/30
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