
Due uomini si ritrovano, senza sapere come né perché, incatenati per un
piede alle pareti di una stanza senza finestre. Dopo aver ascoltato un
nastro che esorta ognuno di loro a fare fuori l’altro per sperare di
uscirne vivo, Lawrence (Elves), uno dei due, capisce di aver a che fare
con “L’enigmista”, un serial-killer che si diverte a proporre strani
grattacapi alle proprie vittime dopo averle catturate. Lawrence stesso,
in un primo momento, era stato al centro dei sospetti del Detective Tapp
(Glover), che indaga sul caso.
Attingendo da una decina di fonti (THE CUBE, i gialli di Argento,
persino l’horror orientale per i momenti di spavento, ma soprattutto
SEVEN) Wan e il suo co-sceneggiatore Leigh Whannell riescono alla fine a
mettere insieme un soggetto trito ma sfizioso, soprattutto per il modo
in cui si passa da una situazione claustrofobica iniziale ad una visione
via via più ampia passando attraverso i ricordi del protagonista. Ma una
volta ampliato l’orizzonte, la sceneggiatura non riesce più a tenere
insieme i pezzi e proprio l’indagine alla SEVEN risulta gravemente priva
di consistenza, anche perché la regia cade troppo spesso nella
tentazione di risolvere tutto con un’estetica da videoclip heavy-metal,
tanto facile quanto inefficace a creare tensione. E così il film vive di
momenti, spesso irritanti, a volte involontariamente comici, in un paio
di occasioni validi, soprattutto nel finale, che in extremis risolleva
le sorti di un intreccio fra pretestuoso e il confuso.
Un passatempo che non ha alcun bisogno del grande schermo ma che non
farà un soldo di danno in homevideo. Nelle mani giuste, però, poteva
diventare un cult.
Voto: 23/30
18:01:2005 |