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sacro e profano di Madonna
con Ade, Eugene Hutz |
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24/30
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Il debutto di Madonna dietro alla macchina da presa non fa che confermare una delle più note caratteristiche dell’artista femminile di più grande successo di tutti i temp - secondo il Guinness dei Primati, non solo degli amanti del trash-pop: Madonna non fa la sostanza, Madonna è la sostanza. Il film, che in origine doveva essere un corto - e il soggetto obiettivamente lo vorrebbe vincolato a quel rango - narra le gesta di A.K. (interpretato da Eugene Hutz, frontman dei Gogol Bordello, già apparso sul grande schermo nei panni dell’indimenticabile Alex di Ogni cosa è illuminata), cantante di un gruppo punk rock gitano, nonché dominatore sadomaso per transitoria occupazione. A.K. vive con Juliette, farmacista con velleità umanitarie e Holly, ballerina che per arrotondare pensa bene di cominciare a lavorare in uno strip club. E già dalla trama non si fa fatica a capire come non tanto il film sia diretto da Madonna, ma parli di Madonna. Di quello che è stata disposta a fare pur di arrivare, degli inizi difficili, dell’amore per le parole, del sacro e del profano. In degli interessanti monologhi a base di sigarette e whiskey, A.K. diventa l’oracolo della Madonna-filosofia-di-vita: non esistono i buoni o i cattivi, non esiste giusto o sbagliato, l’accettabile o l’inaccettabile. Esistono due facce di una stessa moneta, e non si tratta di contraddizione bensì dell’essenza della vita stessa. Per andare in Paradiso devi attraversare l’Inferno. E dire sempre la verità. Colpisce la naturalezza e lo humour con cui Miss Ciccone si destreggia tra temi provocatori e provocanti, nonché alquanto perversi. Colpisce, ma di certo non stupisce, data la carriera della cantante. Maddie sceglie Londra e lo stesso direttore della fotografia dell’ex marito Guy Ritchie, ma riesce a mantenere una dignitosa indipendenza dal regista di The Snatch e Rocknrolla,nonostante le inevitabili citazioni. Stona un po’ nel complesso la direzione degli attori, che se non fosse per il geniale Hutz, sarebbe alquanto naive e sottotono. Il cantante di Kiev non solo si conferma come la colonna portante del film, ma rappresenta anche una fondamentale fonte di ispirazione per la neo regista: basta ricordare l’omaggio alla tradizione Gipsy del suo Hard Candy tour, e il ruolo fondamentale rivestito dai Gogol Bordello non solo per quanto riguarda la colonna sonora, ma anche per il filone narrativo in generale del film. Se Madonna si identifichi più nel rocker eccentrico, nella ballerina disposta a tutto o nella filantropa non è dato saperlo - forse vince la filantropa, ma solo per la vaga somiglianza di Vicky McClure con la Ciccone, e perché è il mestiere più recente in cui si sia cimentata. Si conferma comunque un buon debutto, diretto e preciso per quanto riguarda il messaggio. Nella miglior tradizione di Madonna insomma.
15:06:2009 |
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Filth and Wisdom |
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