
In un imprecisato futuro la pazzia è stata
ormai quasi totalmente sconfitta dalla scienza. Il fatto, però, non va giù
ad un'equipe di studiosi, che giudica troppo noioso lo stato di cose
venutosi in tal modo a creare, e che organizza di conseguenza la
contromossa: gli ultimi tre folli rimasti in circolazione vengono
rintracciati, sequestrati e indi studiati come vere e proprie cavie, allo
scopo di accrescere il loro disagio mentale per diffonderlo alla fine nel
mondo esterno (sic!); c'è bisogno di aggiungere ancora qualcosa?
L'attore di provenienza teatrale Dario D'Ambrosi (già visto, tra l'altro,
nella serie televisiva "Racket", trasmessa con discreto successo dalla Rai
alcuni anni or sono) passa dietro la macchina da presa, senza peraltro avere
idea di come muoverla, per raccontare una storia pretenziosa a cavallo tra
il grottesco, il farsesco e l'orrorifico da cui soltanto il David Cronenberg
dei tempi a mio parere poco felici di
Crash e IL PASTO NUDO avrebbe
forse potuto spremere qualcosa di malapena accettabile; l'esordiente regista
milanese, invece, non fa altro che estendere all'intero cast il proprio
discutibile stile recitativo (o sarebbe meglio dire "antirecitativo"),
mettendo assieme con estrema disinvoltura un assortimento di attori che
definire incredibile è poco: dalle solite giovani promesse sconosciute o
quasi (nient' altro che manichini tirati a lucido), a Cosimo Cinieri di
fulciana memoria, per finire con l'imbarazzante ex miss Italia Denny Mendez
e addirittura con Greta Scacchi (ma non era sufficiente averla a
disposizione, sarebbe stato anche opportuno saperla utilizzare...).
Sicuramente il rischio maggiore che si corre nello stroncare pellicole
pseudointellettuali di tal fatta è quello di essere tacciati di
superficialità ed ignoranza, perchè non è detto, in fondo, che il cinema
debba sempre essere per forza sinonimo di spensieratezza, divertimento ed
emozioni, che diamine: ogni tanto deve anche essere impegnato (???) e far
riflettere; certo, ma andatelo a spiegare ai gestori della sala dove l'ho
visionato io, che si sono ritrovati con sei spettatori paganti all'ultimo
spettacolo (compreso il sottoscritto) e sono stati a lungo in dubbio se far
partire o no la proiezione...
Con prodotti del genere il cinema italiano, un tempo invidiato nel mondo,
sta decisamente raschiando il barile; vedere per credere: anche chi, come
me, non ha mai digerito L'ULTIMO BACIO e relativi cloni sarà probabilmente
d'accordo nell'affermare che Muccino & Co., al confronto, sono autori da
premio Oscar.
Link:
http://www.ilronziodellemosche.it
Voto:non classificabile
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