
Sequel di RESIDENT EVIL, dall’omonimo
videogioco. In seguito al gravissimo incidente che ha coinvolto i
laboratori della Umbrella Corporation, un’azienda specializzata nella
ricerca biogenetica, la popolazione di Raccoon City si è trasformata in
un’orda di zombi dai carnivori desideri. Alice (Jovovich), scampata al
contagio, si unirà ad uno sparuto gruppo di altri superstiti per far
fuori sia i non-morti che i dirigenti dell’avida multinazionale. Ma
presto si accorgerà di essere stata anche lei oggetto di esperimenti un
tantino arditi.
Alexander Witt è stato fino a ieri regista della seconda unità di vari
action-movie. E si vede. Sin dal prologo, in cui la protagonista si
rivolge direttamente allo spettatore per riassumere in due minuti
l’antefatto del film precedente, si intuisce che chi sta dietro la
macchina da presa forse non ha esattamente le doti del grande narratore.
E infatti Witt non solo non le ha, ma non sa nemmeno cos’è, una
narrazione: grazie anche alla pessima sceneggiatura di Paul W.S.
Anderson, regista del primo, mediocre capitolo di cui però si avverte
presto la nostalgia, non ci sono personaggi, non c’è un vero plot, non
c’è un dialogo sensato in questa interminabile seqenza d’azione di
un’ora e mezza, che, ben lungi dal non concedere un attimo di respiro,
risulta straordinariamente priva di suspence e costellata da dinamiche
che anche un alunno dell’asilo saprebbe prevedere. Ancora una volta,
quindi, è stata ignorata la bella atmosfera del videogioco, fatta di
tempi morti dalla tensione soffusa. E l’estremo, involontariamente
comico tentativo di risollevare le sorti della storia con una
sovrapposizione di finali, fallisce miseramente ingarbugliando il nulla.
Un sequel inutile e dannoso che non può soddisfare nemmeno i fan più
accaniti dell’omonimo prodotto digitale.
Voto: 16/30
26.10.2004 |