In attesa di partire per andare a trovare il padre (Cox), Lisa (McAdams) si
intrattiene al terminal dell’aeroporto con Jackson, un ragazzo appena
conosciuto; fra i due nasce subito un’intesa e forse un’attrazione. Una
volta a bordo dell’aereo, però, Jackson svelerà la sua vera identità: è un
membro di un’organizzazione criminale intenzionata a far fuori un uomo
politico. Per evitare che anche suo padre venga ucciso, Lisa deve
partecipare suo malgrado al piano omicida sfruttando il proprio ruolo
all’interno di una prestigiosa catena di alberghi.
Corto, veloce, (quasi) ineccepibile: RED EYE è un film piccolo ma tutt’altro
che facile; inusuale thriller da camera ambientato per due terzi nella
cabina di un aereo ed incentrato su due soli personaggi, è un felice
esercizio di regia ma anche una prova di maturità per Craven, che si
dimostra un maestro nel creare tensione anche con pochissimi elementi.
Grazie ad un sapiente lavoro di montaggio il film non conosce cali di
tensione tanto nelle scene d’azione quanto nelle lunghe sequenze di dialogo
e sfrutta la scenografia claustrofobica per stringere i protagonisti in
corpo a corpo pensati come amplessi. La sceneggiatura di Carl Ellsworth,
poi, sublima con l’ironia e con il senso del paradosso gli stereotipi del
thriller: come i capitoli della trilogia di SCREAM, è allo stesso tempo un
film di genere ed una parodia di quello stesso genere. Il che ne fa, a suo
modo, un film d’autore.
Gran parte del merito, comunque, va anche ai due interpreti, in forma e
particolarmente adatti al ruolo.
Voto: 27/30
13:10:2005 |