REDACTED

di Brian De Palma
 

Su Sky a partire dal 14 marzo 2008

di Gabriele Francioni

 

30elode

 

Introduzione

 

La “cosa”-REDACTED, l’oggetto sfuggente che nessuno ha avuto il coraggio di distribuire nonostante il Leone d’ Argento alla Mostra del Cinema del 2007, non poteva essere “redatto”, “revisionato con intento censorio”, come da traduzione del titolo.

O lo si cassava nel suo complesso, o se ne negava il senso: quello cioè di ragionamento complessivo sulla nuova necessaria pervasività (in)formativa di Internet, veicolo indispensabile per aggirare l’ insostenibile fictionalità dei media americani in materia di guerra.

Risultato: il film è stato, appunto, cassato-ucciso in perfetto stile “Partito Democratico Delle Libertà (negate)”, in linea col rinnovato ed inesausto atlantismo centrista che fa un collage d’ ideali kennedian-obamiani e ineluttabilità della guerra, ormai assunta a mo’ di status quo.

Il frullato politico che ci verrà somministrato dopo le elezioni –provate a mescolare il rosso degli ex-comunisti e l’ azzurro di forzitalietta: avrete un orribile color viola, segno di tempi (mena)grami- è stato preparato in fretta e furia per presentarci, ordinati e ubbidienti come scolaretti, all’ appello del prossimo presidente americano.

Uno stratagemma per essere accolti a braccia aperte sia da Mc Cain che da Obamhillary.

Siamo, tutti noi, nient’ altro che vittime di guerra.

 

IL FILM

 

La fascinazione “speculare” del cinema, come suggerisce il classico statement di Julia Kristeva, risiede per eccellenza nell’orrore rappresentato.

De Palma, seguendo il percorso tracciato dall’assunto derivante da una simile, seminale intuizione, è l’epitome vivente dell’esplicitarsi di quella fascinazione. Di riflesso,  il suo sarebbe solo metacinema, con tutti rischi di un’autoreferenzialità del medium di partenza,  sovente scambiata per algido formalismo.

Ma lavorare attraverso concatenazioni di successive specularità, in REDACTED tendenti a infinito, porta necessariamente, quasi fisiologicamente ad un’uscita, e non a un’implosione (anche qui si è spesso frainteso), dal testo di partenza, che va a definirsi come elemento numerico iniziale di un’ipotetica serie di Fibonacci. O matrice di una frattalità impossibile da costringere in strutture compositive e altrettanto refrattaria a possibili assedi interpretativi coercitivamente centripeti.

Quanto è maggiore l’accumulo paratattico di modalità espressive riferite a nuovi media, poi, tanto più il dna di questo cinema risulta confermato nella sua natura metatestuale.

Anche REDACTED, l’esatto opposto di un documentario tradizionale e di ogni docufiction, segue un’intuizione seminale: far indossare vesti fictionali all’illusione iperrealistica e liberatoria di “Youtube” e dei blog internettiani, che di liberatorio hanno solo lo sdoganamento di milioni di incompleti, embrionali . In tal modo, offrendo un ulteriore canale mediatico a tale horror vacui, De Palma ottiene il doppio risultato di far credere di credere in quello sdoganamento e, nel contempo, di comprimerlo (e negarlo?) nell’atto di ri-rappresentarlo, appunto, sub specie fictionale.

Siamo davanti a una piéce teatrale, altro che reportage realistico: semmai pienamente Fake (F for).

REDACTED stoppa le moltiplicazioni altrui (w.w.w.) e lavora solo per quella del cinema depalmiano.

Ciò che, poi, viene mostrato, nient’affatto secondario, chiama a raccolta intere famiglie di tragiche considerazioni di natura etica, scuoiando il cadavere marcio di una nazione ripiegata su se stessa, giunta al capolinea di quasi un secolo di colonizzazione mondiale e, quella sì, a un passo dall’implodere.

Cinematograficamente, REDACTED è lo straordinario atto finale di ciò che va ripetutamente e cupamente sotto la terminale definizione di postmodernità.

Non vorremmo spingerci troppo in là, ma ci sembra che l’ultimo De Palma rimanga spesso in attenta osservazione nei confronti del più recente cinema di David di Lynch, di cui periodicamente riflette alcuni assunti:

 

a) l’ossessione rivolta verso i corpi di donne in pericolo, di cui si coglie il disfarsi nell’istante di contatto con l’universo maschile (per molteplici ragioni CASUALITIES OF WAR conteneva quasi un’anticipazione dello stupro dei soldati americani in Iraq, configurando tra l’altro una sorta di trittico trasversale di guerra, in cui l’elemento femminile è l’oggetto terminale del cogitare profondo di Kubrick e dello stesso D.P sul (non)senso dei conflitti bellici: CASUALITIES, FULL METAL JACKET e REDACTED);

 

b) la riproposizione, ribaltata rispetto a recenti convenzioni, di nuovi mezzi espressivi e/o nuovi supporti di varia natura tecnologica, come il digitale e Internet, quasi a volerne mostrarne allo stesso tempo le potenzialità innovative estreme e gli enormi limiti e/o rischi.

 

Se FEMME FATALE vagava, un po’ a tentoni, dalle parti di una fascinazione per il noir postmoderno di MULLHOLLAND DRIVE (De Palma ne coglieva solo lo sdoppiamento onirico del “plot”),  THE DAHLIA accoglieva un cadavere di attrice wannabee al proprio interno, come se Elizabeth Short riflettesse Diane Selwyn e/o Camilla Rhodes morte, REDACTED, come accennato, riprende con esiti diversi e un risultato complessivo molto migliore rispetto a F.F. e B.D., il ragionamento lynchiano sul nuovo medium a disposizione, che in INLAND EMPIRE era ovviamente l’uso della tecnologia digitale e qua l’universo meta-meta-meta del W.W.Web. 

 

14:03:2008

Redacted
Regia: Brian De Palma
Stati Uniti 2007, 90'
DUI: al momento non prevista

Genere: Guerra