I fratelli Vanzina continuano furbescamente a cavalcare l’onda del revival
trash, e dopo il mediocre RITORNO DEL MONNEZZA decidono di andare a colpo
sicuro rispolverando un film ormai di culto come ECCEZZZIUNALE VERAMENTE,
come allora con l’imprescindibile collaborazione di Diego Abatantuono alla
sceneggiatura.
ECCEZZZIUNALE VERAMENTE – CAPITOLO SECONDO… ME ritrova, vent’anni dopo, i
tre sfegatati tifosi di Milan, Inter e Juventus, invecchiati e alle prese
con i relativi problemi. Donato, il Ras della Fossa che al grido di
“Viuuulenza” guidava i tifosi rossoneri alla carica, si è trasferito in
Spagna dove gestisce un ristorante con la sua compagna molto sensuale ma
allergica al calcio. Col pallone sempre in testa, ma costretto a reprimere i
propri istinti primordiali, Donato non resiste al richiamo di quattro
ragazzi milanisti che stanno seguendo il Milan in trasferta a Barcellona e
riprende così la strada verso il calcio e verso l’Italia, dove il destino
beffardo ha in serbo una sorpresa dolceamara.
Lo juventino Tirzan, sprofondato in coma in seguito ad un incidente
stradale, si sveglia dopo vent’anni e scopre che la moglie (Sabrina Ferilli)
si è rifatta una vita con Beniamino (Carlo Buccirosso), il camionista
napoletano con cui ha avuto l’incidente e che lo ha mantenuto per tutto quel
tempo. La convivenza a tre, come nella più classica delle commedie
all’italiana, risulterà tutt’altro che facile.
Franco, l’interista, è sommerso dai debiti e riesce a stento a portare
avanti il suo bar, ma un fortuito scambio di valigie sembra ribaltare la sua
situazione. Ovviamente, il legittimo proprietario (Nino Frassica) si rifà
vivo, e Franco si trova coinvolto nientemeno che con la mafia palermitana.
Il film si basa interamente sulle capacità comiche, la mimica e gli
sproloqui di Abatantuono, che da solo trascina avanti le tre trame banali e
sconclusionate per l’ora e mezza necessaria a portare il prodotto al cinema.
L’unico altro interprete che sembra dare qualcosa in più è il caratterista
Carlo Buccirosso, una delle creature di Vincenzo Salemme.
Per il resto, è un susseguirsi di battute e giochi di parole demenziali (fra
barboni ardenti e Giardini dei finti scontrini) che tutto sommato risultano
gradevoli; purtroppo però sono frequenti anche gli scivolamenti nella vera e
propria tristezza, in primis la citazione gratuita del tormentone 892-892, e
nel complesso le menti responsabili del film non sembrano essersi sforzate
eccessivamente.
Soprattutto, a sorpresa, c’è poco pallone: le passioni calcistiche dei
rispettivi personaggi rimangono sullo sfondo, semplici tratti
caratterizzanti e non fulcro della vicenda, come invece era nel “Capitolo
primo”. Forse è soprattutto questo elemento, e non tanto la qualità comica
dell’opera, che potrebbe deludere i fan di ECCEZZZIUNALE VERAMENTE.
In sostanza, CAPITOLO SECONDO… ME strappa qualche sorriso e, una volta
usciti nel cinema, cade subito nel dimenticatoio, ben lungi dal potere
ambire all’imperitura memoria del suo predecessore.
Voto: 21/30
22:01:2006 |