Jacob (Mikkelsen) dirige un orfanotrofio in India; quando il centro sta per
chiudere per mancanza di fondi, Jacob riceve una proposta d’affari da parte
di Jorgen (Lassgard), un ricco imprenditore suo connazionale, il quale si
dice disposto a fare una generosa donazione all’orfanotrofio se Jacob lo
raggiungerà subito in Danimarca. I due diventano presto amici, tanto che
Jorgen invita il suo nuovo socio d’affari al matrimonio della figlia (Fischer
Christensen). Qui Jacob fa un’incredibile scoperta: la moglie di Jorgen è
una sua vecchia fiamma. E forse l’incontro non è del tutto casuale.
Dopo NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI la Bier, come sempre assistita dal
fedele sceneggiatore Anders Thomas Jensen (a sua volta regista del recente e
ben più coraggioso LE MELE DI ADAMO) si ributta a capofitto nel karma che
domina il cinema danese da dieci anni a questa parte, ovvero il tema della
famiglia come nido di vipere che inghiotte l’individuo col suo ganglio di
responsabilità e doveri. E come, o forse più, che nel film precedente, alla
base di tutto c’è il melò dalla grana più grossa che si possa immaginare,
ancora una volta camuffato da uno stile tanto coinvolgente quanto gratuito,
che porta evidenti i segni dell’esperienza del "Dogma" nel suo tentativo
disperato di rinnovare una materia prima che nuova non lo è affatto. Le
emozioni non mancano, quindi, tutt’altro: si accumulano in senso orizzontale
(ovvero senza confluire in un vero crescendo drammatico) fino a sfiorare la
soap-opera. E tutto si risolve all’interno di una rassicurante dimensione
piccoloborghese.
Il vecchio travestito da nuovo. Ottima prova, comunque, di tutti gli
interpreti.
Voto: 24/30
13:12:2005 |