QUO VADIS BABY?

di Gabriele Salvatores

Con Elio Germano, Angela Baraldi,

Luigi Maria Burruano, Gigio Alberti

di Luciana APICELLA


Una Bologna inedita, lontana dalla solarità godereccia e grassa, in cui ci si scorda dei portici cosce rassicuranti e materni di gucciniana memoria: un città "estremamente cinematografica" secondo le parole del regista, che si lancia in un progetto sperimentale, solo in parte a nostro avviso riuscito. Non è solo la scelta spiazzante di nuovi occhi coi quali guardare al capoluogo emiliano,con l'occhio della camera che indugia sullo squallore grigio delle periferie, degli interni asfissianti, su San Petronio avvolto da una nebbia sinistra, i portici che diventano tunnel che lasciano allo sguardo solo uno scorcio di cielo, che chiudono e imprigionano e non cullano più. E' anche la scelta di girare in HD, cioè in digitale, per tentare nuove vie al di là della pellicola. E' la scelta di una tecnica narrativa che strizza l'occhio ai noir americani e francesi degli anni settanta, con un intreccio costruito su una serie di indizi che chiamano lo spettatore ad essere parte integrante della costruzione di un racconto
che pian piano si dipana e si chiarisce. E'la scelta, ancora, di una protagonista femminile, per il regista italiano che forse con più convinzione ha celebrato con occhio devoto e nostalgico l'amicizia declinata al maschile, quella nella quale le donne intervengono come momento di rottura degli equilibri.
Giorgia lavora col padre in una piccola agenzia investigativa ha passato la trentina, vive col suo gatto e aggredisce il mondo a muso duro, chiusa in un corpo fragile e nei suoi giubbotti di pelle da dura e in un passato impastato del dolore del suicidio della sorella Ada. Quando le viene recapitato uno scatolone pieno di videocassette in cui Ada si racconta facendo emergere particolari sconosciuti, Giorgia usa il suo fiuto di investigatrice per rimettere assieme i pezzi del puzzle e tentare di trovare un perchè a quella morte.
Un film sul passato, sul racconto, sulla verità del racconto e del passato, se ogni sguardo inevitabilmente falsa e storpia, se le prospettive, le angolature attraverso le quali guardare ad esso- sia esso passato personale o storico, individuale o sociale- sono infinite, se lo spostamento o l'occultamento di un solo pezzo può stravolgere il disegno. Di fronte al passato si può scegliere di chiudere gli occhi, di reinventarsi, di optare per un tentativo di rinascita, di ritorno a uno stato di verginità, impossibile però a realizzarsi se il passato non è una scatola chiusa, ma il cuore stesso del nostro essere, il percorso
compiuto in ogni singolo istante presente che porta ad essere ciò che si è. E di fronte al dolore del passato scegliere di non chiudere gli occhi non vuol dire rimanere in esso invischiati e immobilizzati, ma fare i conti coi propri spettri, avere il coraggio di guardare per poi continuare, comunque e nonostante tutto, a vivere.
Quo vadis, baby? non è un film pienamente riuscito: un po' sontate alcune rivelazioni, colpi di scena intuibili in realtà sin dal principio. Splendida però la fotografia, tutta giocata su toni scuri e desolanti, e brava la protagonista Angela Baraldi, che già avevamo visto e ammirato in "Come due coccodrilli". E la scelta azzardata dell'uscita estiva non aiuterà certo, supponiamo, in termini di ritorno di pubblico. Un esperimento, riuscito solo a metà.
 

Voto: 24/30

30:05:2005

QUO VADIS BABY?

Regia: Gabriele Salvatores
Anno: 2005
Nazione: Italia
Data uscita in Italia: 27:05:2005
Genere: Thriller