Non so se vi è mai capitato
di esser degenti, di trascorrere interminabili giorni in un ospedale,
mortificati da qualche disagio, costretti a far passare il tempo,
rimuginando sulla caducità delle cose e scoprendo nel vostro vicino di letto
(un perfetto estraneo) un complice, compagno di sventura, un amico;
Di solito questi incontri terminano con una frettolosa dismissione, il
ritorno alla vita reale e promesse mai mantenute;
è un po' quello che succede
in Questioni di cuore, dove
il borgataro/carrozziere Angelo (Rossi Stuart) e lo sceneggiatore colto e
del nord, Alberto (Albanese) si ritrovano infartati compagni di stanza;
Uno è il personaggio schietto, cresciuto nei quartieri, con moglie
nuovamente incinta (la Ramazzotti), l'altro è lo sceneggiatore lunatico,
incapace di star bene e dalla vita disordinata (una storia complicata con la
Inaudi), amico del gotha dei registi italiani (che lo vanno a trovare in
ospedale - adorabile il cameo di Verdone nella parte di se stesso);
Questi disgiunti universi, per nessun motivo veramente conciliabili, vengono
a incontrarsi nella comune malasorte, in una comprensione reciproca e
inafferrabile, interdetta agli stessi familiari;
Poi il ritorno alla vita reale, dove, diversamente rispetto alla vostra
storia, i due fortuiti amici continuano a vedersi e a tenersi sotto
controllo (clinico e sentimentale);
è così che l'intesa elettiva
di questi uomini, diventa un inconsueto travaso di esperienze e mutuo
soccorso che arricchisce da un lato la quotidianità verace e spesso povera
di veri stimoli della famiglia del carrozziere e dall'altro placa il
paranoico e squilibrato sceneggiatore;
Ma poi la vita (purtroppo quella clinica) procede disegualmente. Ma tra i
due è già scattato un tacito patto...;
Cambiano le prospettive dopo un infarto (chiamatelo pure in altro modo),
bisogna condurre la vita con diverse cautele, ci si rimette in discussione,
si è forse più pronti al cambiamento, a imparare cose nuove; Ed è quello che
accade nel corso della storia che ci propone un racconto non banale o di
circostanza, per molti magari trasgressivo;
Di confezione italiana eppure non scade su nessun versante, regalandoci una
riflessione delicata e autoctona, merito sia dell'Archibugi che dell'omonima
derivazione letteraria di Contarello.
Bravi tutti.
(e c'è pure la migliore interpretazione di Micaela Ramazzotti).
18:04:2009
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