
A vederlo così, QUASI QUASI... sembrerebbe un clone, in versione leggera,
del LE FATE IGNORANTI, ma la sceneggiatura dell’ultimo film di Gianluca
Fumagalli risale almeno a 5 anni fa. L’autore originario non vuole figurare
perché non è d’accordo con le rivisitazioni fatte al suo scritto dallo
stesso regista, che ha dato tutto un altro timbro alla vicenda. Infatti,
sembra che inizialmente la storia di Paola che viene abbandonata da sua
marito per un altro uomo avesse dei tratti decisamente drammatici, mentre
Fumagalli ha deciso di fare della protagonista un’estetista imbranata
che, vergognandosi dell’accaduto, dice a tutti di essere rimasta vedova.
Ma proprio a tutti tutti, compreso il suo fidanzato Ruggero, vicepreside
di una scuola pubblica e padre di Michele, un bambino di 12 anni, di cui
tace l’esistenza a Paola. Quindi una doppia menzogna che scoppia nel momento
in cui il marito omosessuale di Paola muore veramente e lei si ritrova
a dividere la casa con il suo compagno del momento, Andrea, a cui il compianto
ha lasciato il 50% dei suoi beni. Quindi, la storia è proprio quella della
vergogna a confessare che il proprio uomo ha preferito un altro uomo a
sua moglie e del rapporto tra questa e l’altro. Ma non solo, perché quello
che emerge dall’intreccio è il ruolo predominante della menzogna: quella
di Paola, ma anche quella di Ruggero che, alle soglie del matrimonio,
non ha ancora il coraggio di confessarle che ha un figlio. E forse chi
ne esce meglio è proprio il povero Andrea, che non solo ha la forza di
essere quello che è, senza finzioni, ma è anche in grado di instaurare
con Paola un bel rapporto, malgrado le resistenze di lei. Tanto che, sul
filo del paradosso, alla fine i due si ritrovano a sognarsi sposati, proprio
come una coppia "normale".
Anche se l’idea non è nuova, QUASI QUASI... aveva le potenzialità di un
film interessante, dove, con l’arma dell’ironia, potevano essere dette
delle cose importanti. Ma tutto è trattato in modo superficiale e senza
novità. Addirittura il vagheggiamento finale di Paola ed Andrea sulla
loro festa di nozze sembra quasi una resa alla normalità, alle regole
sociali. Interessante, invece, l’impostazione teatrale che Fumagalli,
con l’aiuto di Stefania De Santis, ha saputo dare alla messa in scena.
Il regista ha spiegato che per vari mesi il cast ha avuto l’occasione
di provare sul palcoscenico di un vero teatro, in modo da poter arrivare
sul set con una composizione precisa della singole scene. E questo lavoro
si intravede in modo evidente ed è la vera innovazione di questo film.
In effetti gli attori sembrano trovarsi molto a loro agio nei personaggi,
sembrano averli capiti e personalizzati e questo rende particolarmente
piacevoli i loro scambi di battute.
Primo ruolo da protagonista per Marina Massironi che per interpretare
Paola ha dovuto frequentare realmente un corso da estetista. Neri Marcorè,
invece, lo preferivamo nelle vesti del "Mummia" di RAVANELLO PALLIDO.
Voto: 20/30
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