predators

di Nimród Antal

con  Adrien Brody, Alice Braga
Altri interpreti:  Derek Mears, Laurence Fishburne

di Matilde CASTAGNA

 

23/30

 

Sequel e remake: parole d'ordine della Hollywood dei giorni nostri. Come a dire: finché c'è vita c'è speranza, l'importante è lasciare il finale aperto. Le nuove generazioni dello shopping nel multisala consumano in fretta e dimenticano presto? Ecco un film che ne rispecchia il carattere e fa rientrare (ampiamente) i costi del cast e degli effetti speciali.
Prodotto ben confezionato e ben diretto, con un inizio da brividi direttamente in media res (va sempre più di moda - presente l'ultimo Saw?), la botta meglio viverla subito e quanto più è inattesa, tanto più risulta efficace. Effetto smarrimento o effetto "Lost"? Non possiamo negare di esserne figli, o quantomeno di doverci fare i conti. Specialmente se ci troviamo catapultati all'improvviso in una giungla con degli alieni misteriosi.
Un gruppo di otto persone si risveglia nel bel mezzo di una giungla appunto. Il campionario: Royce (Adrien Brody) e Isabelle (Alice Braga) entrambi con una formazione militare alle spalle; Mombasa (Mahershalalhashbaz Ali), guerrigliero della Sierra Leone; uno Yakuza gangster, Hanzo (Louis Ozawa Changchien); Nikolai (Oleg Taktarov), in arte Spetsnaz russo; Couchillo (Danny Trejo), appassionato cultore di narcotraffico; Stans (Walton Goggins), strappato in extremis al braccio della morte; e Edwin (Topher Grace), il medico che quel giorno era di turno.

Nell'originale del 1987, protagonista Arnold Schwarzy, una squadra di soldati veniva inviata nella giungla guatemalteca dalla stessa CIA per una missione segreta di salvataggio destinata a rivelarsi ben presto una mera operazione di copertura. Nell'interpretazione dell'odierno Rodriguez l'extra-mondo assomiglia piuttosto ad classico schema da Gdr, o a un videogame, dove inaspettatamente personaggi non molto rispettabili (c'è una morale anche qui) vengono predestinati al ruolo di pedine, o prede, e scaraventati in un arena interstellare con il compito di morire essenzialmente il più tardi possibile, cavie umane a nervi scoperti con punti di forza e debolezza tutti da succhiare per gli E.T. alla consolle. Il Pov degli alieni è chiaramente privilegiato e gustosamente a raggi X ultra-infra-rossi. Sapiente e misurata, la Mdp di Nimrod bracca le prede senza correre (non ce n'è bisogno in un mondo che ha un confine fisico del tipo Colonne d'Ercole-lodevole). Lo scarto di ritmo fra il piano della ripresa e quello dei colpi di scena, particolarmente ben orchestrato e coerente, accresce non di poco il godimento del pubblico, che non manca.
Rodriguez distingue a monte regia e produzione esecutiva, scelta (quasi) sempre da appoggiare e lascia a Nimrod un compito eccellentemente eseguito.

Lo stesso non si può dire (parere personale) del contenuto dei dialoghi, volutamente non complessi? Ok, si sa che il vuoto cerebrale ben ripaga la suspense, ma l'imbarazzo dilaga, Alice Braga si impaluda, e si arriva a tratti all'ilarità dell'intera sala all'unisono (ehm.. era un film comico..?)
In-fine giunge, tragico, l'inciampo. Lo sanno tutti che gli alieni non parlano. Perlomeno con gli umani.
Perfetto per una serata d'estate, al multisala. 
 

17:08:2010

predators

Regia Nimród Antal
Stati Uniti 2010, 117'

DUI: 14 luglio 2010
Twentieth Century Fox
Fantascienza