
Una Storia Romantica Di Neil LaBute Con Gwyneth Paltrow, Aaron Eckhart,
Jeremy Northam Maud Bailey (Gwyneth Paltrow) è una brillante studiosa
inglese della vita e delle opere della poetessa vittoriana Christabel
LaMotte (Jennifer Ehle). Roland Michell (Aaron Eckhart) è un americano
che ha ottenuto una borsa di studio a Londra per approfondire le ricerche
su Randolph Henry Ash (Jeremy Northam). Ash, proclamato poeta ufficiale
della nazione dalla regina Vittoria, è famoso soprattutto per una raccolta
di struggenti poesia dedicate alla moglie, che devono essere presentate
in occasione del centenario. Quando Maud e Roland scoprono le lettere
d'amore scritte da Ash a LaMotte, iniziano a seguire una traccia che li
porterà dall'Inghilterra in Francia, a rivivere il romantico viaggio di
quei due amanti appassionati di oltre cento anni fa. Il film è tratto
dall'omonimo romanzo di A.S. Byatt e la produttrice Paula Weinstein, che
lo ha letto nel 1990, afferma "Ho amato il libro e (…) ci sono voluti
anni prima di trovare lo sceneggiatore e il regista giusto. Neil ha una
visione completa e complessa dell'argomento: lo interessa la lotta tra
uomini e donne, siano essi dell'epoca vittoriana o nostri contemporanei.
I dialoghi fra i due sessi, chi ha il potere, chi comanda, cosa significa
fare sesso e amare: questo è il campo di indagine di Neil LaBute." Se
il pubblico desidera trovare in Possession un'indagine sentimentale, la
personale ricerca di un autore su ciò che muove la passione degli uomini,
siano essi disoccupati, poeti o intellettuali, sarebbe meglio che volgesse
altrove lo sguardo (e il portafoglio). Se, invece, si considera il film
come un prodotto medio confezionato per conquistare una parte del mercato,
la questione diventa forse più interessante. Possession è un'opera bassamente
mediocre soprattutto perché non riflette quel lavoro necessario che una
pellicola (chiamiamola) di genere abbisogna. Se un plauso va agli sceneggiatori
per aver saputo strutturare e ben equilibrare una vicenda sospesa tra
la contemporaneità e l'epoca vittoriana, la delusione maggiore proviene
dall'aver delineato personaggi che sembrano avere le caratteristiche di
un fotoromanzo patinato. I dialoghi, i colpi di scena, la tensione (che
poi sono i meccanismi che più devono essere curati in un prodotto medio)
si riducono a una banalità disarmante e che quindi minano tutta la struttura.
Le grandi case di produzione (e i registi) forse non hanno capito che,
per avere tra le mani un film dall'incasso sicuro, non è necessario che
rispettino tutte le regole di narrazione che un genere cinematografico
richiede, rischiando di appiattire così lo stesso film. Il concetto diventerebbe
più chiaro se fosse possibile ascoltare dalla voce di Riccardo Freda se
e come avrebbe portato sullo schermo il libro della Byatt.
Voto 17/30
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