Confessioni di una mente pericolosa
Confessions of a dangeros mind
 di George Clooney
 
con Sam Rockwell, George Clooney


Opera prima per George Clooney dietro la macchina da presa, che si è aggiudicato l’Orso d’argento al Festival di Berlino. Pellicola tratta dall’autobiografia di Chuck Barris, produttore televisivo e cantautore pop degli anni ’70.
Dalle pagine autografe di Barris emerge una descrizione di sé piuttosto negativa: “…sono responsabile di aver inquinato l’etere con l’intrattenimento puerile e intorpidente. Inoltre, ho ucciso trentatré esseri umani”. Ecco svelarci con tali parole, gran parte della vita di quest’uomo stravagante, inventore di programmi televisivi che hanno fatto il giro del globo, quali: “The dating game” ovvero “Il gioco delle coppie”, The Gong Show” per la nostra televisione l’equivalente della “Corrida”, e tanti altri “format” da palinsesto. Un uomo estroso, in continuo dissidio con se stesso, che Clooney decide di raccontare, in quanto conduttore televisivo ed essere che si trova ad avere una doppia vita. Barris (Sam Rockwell) era stato ingaggiato, durante un periodo di crisi creativa, da un agente della CIA (interpretato dal regista stesso), che lo inizia agli addestramenti militari più estremi e duri, egli si trova a vivere la sua vera prima azione di spionaggio, tra le aride zolle messicane, in cui le immagini ci appaiono surreali come quelle dei quadri di Siqueiros, con gli stessi colori vividi e le emozioni raggelate sul viso; ecco che la sua vita prende una piega diversa, pare crearsi una valvola di sfogo alla vita quotidiana che talvolta Barris non riesca sopportare, una bombola di ossigeno, cui appena l’aria si rarefà, egli pare che vi si attacchi!E’ un difficile esemplare umano quello che Clooney indaga con la sua macchina da presa, una metafora dei cambiamenti umani, anche a causa della venuta della televisone e della presa di posizione da parte di molti media nella vita di molti. Caratteristiche alquanto negative quelle che il personaggio principale incarna, oltretutto è la vita di un uomo vero, quella che si viene a raccontare cinematograficamente, adottando una sorta di autocensura, un film ben fatto, che racconta con un ritmo sostenuto ed ha in sé una certa varietà di situazioni, in quanto Barris, viene a rapportarsi con più aspetti, come la sfera affettiva, che lui vive in piena incoerenza, dovendo ciò anche alle esperienze famigliari infantili, che lo hanno segnato, rendendolo refrattario ad una vita sentimentale equilibrata. Egli viene descritto come un incallito donnaiolo, nonostante il suo cuore fosse effettivamente legato alla compagna (Drew Barrymor), con la quale non riusciva a legarsi totalmente per una forte paura atavica, ed un senso di soffocamento. Il film racchiude in questo unico personaggio tutti gli accadimenti degli ultimi trenta anni, attraverso la sua vita, ed il suo agire, viene assegnata al sogno americano una connotazione negativa: un uomo che fa i conti con sé stesso, con il suo operato, e con quello della società che lo attornia e che anche lui ha contribuito a creare; una sagace critica alla società americana, rivolge Clooney usufruendo di ottime capacità registiche, che fanno capo alla nuova schiera di registi targati “made in Usa”, quali Soderbergh(che è anche produttore di questa pellicola, nonché amico di Clooney), Paul Thomas Anderson ed altri, dei quali ritroviamo l’ampiezza dell’immagine, con una forte connotazione luministico-simbolica. Ottime anche le interpretazioni degli attori, che si sono calati perfettamente in ruoli dannati, sofferti!
 

Link: http://www.eaglepictures.it

Link: http://80.17.30.254/.../index.html

 

Voto:29/30

Lucia LOMBARDI
09 - 05 - 03


::: altre recensioni :::