THE PASSION

LA PASSIONE DI CRISTO
di Mel Gibson
Con: Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci

di Loris SERAFINO


Venduto da Giuda Iscariota ai Farisei per trenta denari, viene portato davanti al Procuratore romano Ponzio Pilato il quale, pur titubante per ciò che questo suo gesto potrebbe scatenare, asseconda il volere dei Sommi Sacerdoti Giudei affinché il Nazareno venga giustiziato. Segue la più lunga e sanguinosa rappresentazione cinematografica della passione, dalla barbarie con cui i soldati romani si accaniscono flagellando il corpo di Gesù, alla dolorosa Via Crucis per raggiungere la vetta del Golgota, fino alla crocifissione davanti allo sguardo infinitamente triste e impotente di Maria e di pochi altri seguaci. Alla morte di Gesù l'ira di Dio si manifesta scatenando le forze della natura. Un bignamino girato in stile finto-povero e finto-documentaristico sulle vicende narrate nei Vangeli, più qualche fonte apocrifa, e pensato per scuotere un pubblico dallo stomaco forte, che si ritiene fin troppo assuefatto alle continue nefandezze che gli arrivano quotidianamente dal cinema e dalla TV. A dispetto del tanto strombazzato "realismo" - forte dell'utilizzo di Latino e Aramaico nei dialoghi e della location tra i sassi di Matera, gli stessi del "Vangelo" Pasoliniano - in realtà è quanto di più taroccato e lezioso possa arrivare oggi da Hollywood. Il racconto della passione è intercalato da numerosi flashback in cui vengono narrati episodi noti (la difesa di Maria Maddalena, la predicazione, l'Ultima Cena) ed immaginari della vita e della predicazione di Cristo. Le gesta e le parole del Messia, semplici e rivoluzionarie al tempo stesso, improntate ai precetti cristiani dell'amore fraterno e del perdono, dovrebbero acuire per contrasto la drammaticità della cronaca implacabile dello scempio perpetrato sul suo corpo per mano dell'uomo. Ma si tratta di semplici clip didascaliche da catechismo parrocchiale in cui la retorica più ampollosa si spreca, per il resto il film procede a testa bassa accumulando truculenze su truculenze, pago di un concetto vetusto di devozione religiosa che si considera risolta nella mera rappresentazione contemplativa, ai limiti del feticismo, dell'immagine sacra. Senza contare che da questo punto di vista il film gioca sporco; sospeso com'è sul discutibile crinale che separa senso del pudore e voyeurismo, costringe il pubblico a stare costantemente sul "buco della serratura". Inutile quindi cercarvi qualsiasi spunto che inviti a riflettere sul senso che concetti come Perdono, Sacrificio, Fede, Redenzione possano avere di questi tempi, visto che ciò che non viene dato per scontato - a cominciare dal fatto tutt'altro che banale che il pubblico conosca alcuni dettagli narrati nei Vangeli e il perché di tanto accanimento - non viene mai messo in discussione e non viene fatto nessun sforzo di attualizzazione.

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Voto: 17/30

21.04.2004

 


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