Passato prossimo
di Maria Sole Tognazzi
con Paola Cortellesi, Valentina Cervi, Claudio Santamaria


La realtà a volte è meno banale e vuota di quanto i film spesso ci raccontano, e l’esordiente Maria Sole Tognazzi, figlia del grande Ugo, riesce a descrivere questa vita reale con una semplicità e una leggerezza singolari, in contrapposizione allo stile interpretativo sul tema generazionale che investe oggi il cinema italiano, quello più commentato e più corredato di giudizi critici.Cinque personaggi in scena con i loro “tamburi di latta”, tutti trentenni più o meno single e senza figli che si ritrovano a trascorrere un fine settimana nella villa di campagna di Claudia (Paola Cortellesi / “A cavallo della tigre”) e a scontrarsi sui temi del vivere quotidiano: il sesso, i rapporti con la famiglia, gli affetti, l’incertezza professionale in una sorta di “Grande freddo” italiano. Claudia, studentessa alle prese con la propria tesi di laurea, che non riesce a portare a termine, è costretta a vendere l’amata dimora e nel dolore per la cessione oramai prossima, decide di riunire proprio lì i suoi amici di sempre: Andrea (Claudio Santamaria / “L’ultimo bacio”), Edoardo (Ignazio Oliva / “Il trionfo dell’amore”), Carola (Valentina Cervi / “L’anima gemella”) e Gianmaria (Claudio Gioè).Tutto ruota intorno ai personaggi e alle loro esperienze; il ritorno alla villa, nella quale avevano condiviso tanti momenti della loro adolescenza, è una sorta di salto nel passato e un pretesto per guardarsi dentro, nell’incertezza di un futuro che li porterà a diventare adulti. E proprio nella malinconia del vivere quotidiano, nel timore di un avvenire incerto, i ragazzi si confrontano, discutono, ironizzano, si prendono in giro e soffrono anche, trasportati l’un l’altro all’interno di riflessioni che descrivono appieno il disagio in cui vivono, sin dalle prime battute.La recitazione naturale, spontanea, a tratti quasi improvvisata, rende la pellicola leggera e piacevole. Qui non c’è bisogno di urlare per affermare le proprie emozioni. L’emozione nasce dallo sguardo malinconico di un volto triste, sconsolato, che si muove all’interno di una società che ti fa correre fino a perdere il fiato e non lascia spazio alla serenità. Devi solo riuscire a “resistere” e quindi sopravvivere e per farlo devi fingere e magari anche ingannare il tuo migliore amico per apparire, almeno ai suoi occhi, un vincente.

“Quanto tempo è che non fai l’amore?”

“… e tu?”

“Uguale!”

 

Link: http://www.medusa.it/passatoprossimo/

Voto: 23/30

Laura CASTALDI
06 - 04 - 03


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