ORLAN CARNAL ART
di Stephen Oriach

A ripensarci mi ribolle il sangue. E in Orlan il sangue comincia a scorrere dal primo fotogramma. Il tempo di resistenza non è stato massimo e l'artista francese ci deve comprendere. La giovane donna pratica una forma di Body Art violenta e radicale sottoponendosi ad operazioni di chirurgia estetica. Dopo la traccia del pennarello sfilano le cannule e gli aghi sotto pelle. Entra o esce silicone, questo dipende dalle zone del corpo: quelle provocanti divengono inguardabili, quelle sopportabili alla vista declinano nella zona del "mamma mia…che strazio" A prescindere dal fatto che la ragione (?) suggerisce ad ognuno il proprio canone di bellezza, non si capisce come una donna estrosa e -si suppone- di larghi orizzonti perché artista, debba seviziare il corpo (volto compreso) per ovviare agli stereotipati modelli contemporanei della femminilità. Ci sono sempre i capelli corti, gli anfibi al posto dei tacchi a spillo. La sfida di Orlan non può essere criterio semantico di individuazione di altre sfide al femminile, condotte semmai con la stessa strenua convinzione ma senza auto-censura. Il modo diverso di distruggere il pregiudizio che da millenni ruota intorno alla donna e al suo apparire può trovare il suo compromesso sul piano cinematografico se non vuole rinunciare a quello contenutistico: ne abbiamo visti di splatter ma questo non doveva appartenere al genere. Di Art veramente poca, di Carnal nemmeno il desiderio di essere come lei, Orlan. Se esce nelle sale evitatelo.

Voto: il più basso possibile, fate voi

Sandra SALVATO
04 - 01 - 02


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