|
||||
|
||||
|
||||
![]() |
||||
Già apprezzato
nella veste di presidente radiocomandato nell’ultimo lavoro di Jonathan
Demme, THE MANCHURIAN CANDIDATE, presente al Lido l’anno scorso, Liev
Schreiber compie il salto definitivo, spostandosi dietro la macchina da
presa per dirigere questo EVERYTHING IS ILLUNMINATED, singolare opera
indipendente (o quasi, visto che di mezzo c’è anche la Warner) tratta
dall’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer. Elijah Wood, che qui sfodera
un paio di occhiate da serial killer timido già viste in SIN CITY e uno
straniante look da white collar, interpreta un giovane ebreo americano che
torna in Ucraina, terra dei suoi avi, per ripercorrere le tappe della vita
del nonno, fuggito negli Stati Uniti all’epoca delle persecuzioni naziste.
Il film di Schreiber è sottile ma efficace, visivamente suggestivo, sebbene,
vuoi anche per l’ambientazione balcanica, spesso decisamente Kusturciano;
gli interpreti funzionano alla perfezione e contribuiscono ad ammantare la
pellicola di quel feeling da vecchio continente che tanto piace in America.
Si avverte forse troppo nettamente il passaggio tra la prima parte della
storia, decisamente più leggera e sostanzialmente basata sullo strampalato
racconto di Alex, la guida ucraina del personaggio interpretato da Wood, ed
una seconda metà più malinconica e in definitiva meno riuscita, che titilla
la sensibilità dello spettatore con qualche forzatura romantica di troppo,
mantenendosi in sostanziale equilibrio sull’orlo del baratro del patetismo.
Interessante, sebbene, vista l’appartenenza alla sezione Orizzonti, avremmo
sperato in qualcosa di più coraggioso. Voto: 24/30 04/09/2005
Tutte le recensioni di Venezia 2005 |
||||
|
||||
|