OCCHI DI CRISTALLO
di Eros Puglielli
Con: Luigi Lo Cascio, Lucia Jimenez

di Luca GIAMPIERI



Non era facile concepire e realizzare un “serial-thriller” degno di tale nome, specie considerando un retroterra cinematografico come quello italiano che vede questo genere piuttosto estraneo alle corde dei nostri registi. Eros Puglielli ci prova e ci riesce in grande stile, cimentandosi nella direzione del suo secondo lungometraggio - il primo era TUTTA LA CONOSCENZA DEL MONDO (2001) - dopo oltre dieci anni di gavetta alle prese con cortometraggi e spot pubblicitari.
In seguito al ritrovamento di tre cadaveri barbaramente uccisi iniziano le indagini dell’ispettore Amaldi (Luigi Lo Cascio), alla ricerca di un misterioso killer che semina lungo la sua scia di morte una serie di crimini efferati, perseguiti attraverso la mutilazione di parti del corpo sostituite dai pezzi di un’antica bambola. Un movente all’apparenza inspiegabile che affonda le sue radici nella psiche disturbata dell’assassino, il quale si diverte a tendere continue sfide alla polizia in un gioco fatale e perverso. Amaldi si rende presto conto che per interrompere questi delitti è necessario pensare con la mente di chi li commette, vedere le vittime coi suoi stessi occhi. Lo fa con l’aiuto di una giovane studentessa, Giuditta (Lucia Jiménez), della quale si invaghisce, e degli agenti Frese e Ajaccio (Josè Angel Egido e Simon Andreu). Quest’ultimo, ricoverato in ospedale per un tumore al cervello, fornirà (in preda a forti allucinazioni) elementi decisivi per la cattura del serial killer.
Tratto dal libro di Luca Di Fulvio “L’impagliatore” e girato in una lugubre cittadina sul mare spagnolo, OCCHI DI CRISTALLO si inserisce in quel filone psycho-thriller ampiamente esplorato e sfruttato dai registi statunitensi e ripreso di recente anche in italia; ricordiamo ALMOST BLUE, di Alex Infascelli (2000). Puglielli sceglie una tipologia di film che lui stesso ammette di amare e ne conserva i tratti stilistici e narrativi fondamentali, partecipando peraltro alla sceneggiatura, senza mai risultare troppo scontato, già visto. Il risultato è una pellicola lunga 114 minuti che incolla allo schermo sguardi e attenzione degli spettatori con una partenza che mette in chiaro sin dall’inizio quale sarà il tenore visivo delle immagini, le quali lasciano ben poco spazio alla fantasia. In un susseguirsi di ritmi serrati, scene pulp e atmosfere da pelle d’oca attraversate da un intrigante taglio psicologico, la regia è a tratti instabile e nervosa, quasi volesse seguire la natura dell’assassino, e amplifica le sensazioni regalate dalle immagini e dalle buonissime musiche ad esse accompagnate. Lo Cascio, gelido nella sua interpretazione, si rivela un ulteriore punto di forza nello sviluppo delle caratteristiche del protagonista, la cui natura si distacca dal cliché hollywoodiano del poliziotto etico e integerrimo, macchiata di un’istintività animale e di una rabbia al limite del legale.
Onore e merito a un regista esordiente come Puglielli che ha saputo omaggiare il cinema italiano con un film di buonissima fattura, per nulla inferiore a tante produzioni d’oltreoceano.
 

Voto: 27/30

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