OASIS
di Lee Chang-dong
con Sol Kyung-gu, Moon So-ri


Presentato alla 59ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Oasis ha vinto diversi premi. Il premio speciale per la miglior regia, il premio cinemavvenire 2002, i premi FIPRESCI E SIGNIS. Il premio SIGNIS viene assegnato dalla giuria ecumenica che riunisce cattolici e protestanti, mentre il FIPRESCI è il premio assegnato dalla federazione internazionale della stampa cinematografica. L’interprete femminile Moon So-ri, ha ricevuto inoltre, il Premio Mastroianni come migliore attrice esordiente. Il film narra la storia di una giovane portatrice di handicap e di un ragazzo appena uscito di prigione, che combina un guaio dopo l’altro. I due sono soli all’interno di una società che li rifiuta ed a volte li sfrutta senza avere pietà di loro. Presto si innamorano l’uno dell’altra e passano dei giorni felici insieme. La macchina da presa di Lee Chang-dong costruisce dei piani sequenza che in Italia non si vedono più da tempo, soffermandosi ora sui protagonisti, ora sulla realtà che li circonda. Gli effetti speciali sono utilizzati dal regista per creare un universo di speranza e di bellezza che alla protagonista viene negato. La colomba, il primo effetto speciale che ci presenta il regista, è una vera e propria epifania, la quale dichiara il suo statuto di sogno, solamente alla fine, come fa il miglior cinema. La costruzione narrativa è impeccabile e di conseguenza le sorprese non mancano affatto, riservando allo spettatore diverse scosse emotive. Il vero punto di forza di questo film sono le scene in cui l’attrice ci stupisce ritornando magicamente normale. La Moon So-ri ha meritato pienamente il premio Mastroianni con una interpretazione che sarà ricordata come una delle più difficili della storia del cinema. Non sono forzati i paragoni con il Dustin Hoffman de L’uomo della pioggia o del Daniel Day-Lewis de Il mio piede sinistro. Il messaggio di uguaglianza e speranza è legato ad una visione pessimistica della nostra società, alla quale però l’autore non nega una possibilità di riscatto. La giuria ecumenica ha sicuramente premiato un film unico nel suo genere, che nonostante ricordi per certi aspetti Idioti di Lars Von Trier, riesce a trasportarci in un’altra normalità ed a farci commuovere, forse anche a cambiarci. Oasis è un attimo, un sogno ad occhi aperti, una speranza per i diseredati e per noi tutti che in un modo o nell’altro amiamo sognare un mondo migliore. Il regista chiude il film con una scena a cavallo tra il grottesco ed il romantico. Rimaniamo noi e la nostra attesa. L’attesa che le cose cambino, l’attesa dell’amore, l’attesa che il tempo passi e porti via con sé tutte le cose negative che la società produce. Un capolavoro.

 
Voto:  29/30

Fabio SAJEVA
30 - 03 - 03


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