
Sophie (Schulz) e Olivier (Brasseur),
proprietari di un forno a Parigi, sono una coppia giovane e un po’ annoiata:
la passione dei primi tempi è svanita e lo stress del lavoro ha preso il
sopravvento. Per sfuggire all’alienazione, Olivier decide di acquistare una
casa su un’isola dove passare le vacanze; solo una volta arrivata a
destinazione in compagnia dei due figlioletti Sophie si renderà conto che
l’isola è popolata esclusivamente da nudisti integralisti che non tollerano
i “diversi”. Dopo lo shock iniziale, farà amicizia con una coppia di vicini
(Muxart e Bakhouche), e pian piano si lascerà sedurre dalla loro filosofia
di vita. Quando dopo alcuni giorni Olivier la raggiungerà, la troverà un
tantino cambiata.
Regista al suo debutto italiano, e qui anche co-sceneggiatore, Landron firma
con disinvoltura il peggior film della stagione dopo il non classificabile
EVILENKO. Con i suoi terribili nudisti, visti come una setta di pervertiti
assatanati, un branco di mostri avidi di carne che fa invidia agli zombi di
Romero, col suo sguardo apparentemente trasgressivo ma in realtà
profondamente moralista e misogino, con la sua regia scialba e i suoi
dialoghi volgari, il francese non ha bisogno di errori abnormi per annoiare
o disgustare, e l’unico merito della pellicola è quello di mostrarci quanto
siano a dir poco antiestetici i nostri corpi nudi (salvo rarissime
eccezioni). La Schulz, sulla scena dal primo all’ultimo minuto, è graziosa
ma non è un’attrice, i personaggi privi di biancheria sono molesti e
istigano al conservatorismo più cupo, e la struttura narrativa, laddove si
intravede, assomiglia in modo sospetto a quella di un film porno (ma
depurato della “sostanza”), anche perché le velleità sociologico-filosofiche
(“L’uomo nudo è innocuo, è l’uomo vestito, con le sue divise e i suoi
doppiopetti, ad essere violento”) per fortuna vengono presto abbandonate.
Pensare che questo pseudo-autore sia già al suo quarto lungometraggio fa
venire i brividi. Il finale più brutto della storia del cinema, comunque,
giustifica forse il prezzo del biglietto.
Per il resto, da schivare come un proiettile. E vestitevi.
Voto: 06/30
24.06.2004
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