
Il nuovo film del regista francese Limousin, che ha suscitato scalpore
al Festival del cinema di Locarno, in una piazza gremita e
fortunatamente risparmiata dalla pioggia,
apre la pellicola con una sequenza che ad un buon intenditore di
fotografia, ricorda la serie fotografica di Luigi Ghirri dal
titolo "Atlante", metafora del viaggio.
Si apre a noi una immagine di montagne che pare ripresa da un atlante
scolastico ma, mentre il regista apre la macchina ed amplifica
l'inquadratura, ci troviamo catapultati in una scena metropolitana in
cui un uomo si avventa contro un distibutore di bibite, subito
scopriamo che egli è pedinato da una guardia che controlla i suoi
movimenti; tutto questo è sviante rispetto al film in quanto pare
introdurci in un genere poliziesco ma, pian piano il film si apre a
nuove tematiche, accompagnandoci, trasportandoci verso il vero soggetto
filmico, il giovane semina involontariamente la guardia e torna al suo
lavoro quotidiano servizio fotocopie in una azienda parigina.
Lui spagnolo in terra straniera in cui ci dice il regista durante
l'intervista, che, la scelta cade sullo straniero per rendere ancora
piu' incisiva la problematica di cui Graham (Edoardo Noriega) è
affetto
da amnesia da circa sei mesi, quindi per lui le difficoltà si
moltiplicano, l'apprendimento di un nuovo idioma e le difficoltà
di
tenersi a mente ogni elemento della sua vita lavorativa e privata, per
cui il suo ufficio viene costellato di memorandum! La meticolosa
precisione con cui trascrive nel proprio diario ogni elemento del suo
quotidiano, murales che incontra nel suo percorso giornaliero per
recarsi al lavoro, fermate della metropolitana, ed anche appunti del
suo privato.
Il fatto che sia straniero e che sia affetto da amnesia, crea nelle
donne che lui incontra una commistione tra l'istinto di protezione e la
sensualità; tant'é che la direttrice dell'ufficio lo irretisce
creando
quasi una sorta di iniziazione ad una forma di sessualità piu'
libera. L'interno algido dell'azienda é contrastato da due elementi
colorati: i
divani rossi tra cui si riconosce il divano "Tatlin" dell'architetto
riminese Roberto Semprini; questi due elemnti colorati sono leggibili
metaforicamente, in un primo momento la direttrice vi ci si siede in un
momento di provocazione sentimentale, ed in un secondo avviene una
discussione tra quest'ultima e la ex di Graham preoccupata per le sue
condizioni fisiche, ed ancora sensibile al fascino dell'uomo.
Lo sviluppo della storia, si ha quando all'orizzonte giunge una nuova
collega Iréne, a cui lui mostra l'azienda, tra i due scoppia subito
il
dardo ed appena lei scopre il problema che attanaglia la mente di
Graham lei rimane folgorata.
Tra i due scoppia una passione viscerale che li lega anche fisicamente,
in quanto le amnesie di lui rendono il rapporto sempre nuovo e vissuto
dalla donna quasi come una sfida ed una speranza di poterlo aiutare, in
questo caso lei si aiuta con la scrittura, scrive sul corpo di lui il
suo nome a caratteri cubitali, lascia tracce della sua presenza,
cospargendolo di baci rossi sul collo come fossero i tatuaggi degli
aborigeni.
Dopo qualche tempo il rapporto che prima aveva portato a lievi
miglioramenti, entra in crisi, perché lei, si accorge della difficoltà
nel creare un rapporto duraturo, che perché diventi tale, esso
si deve sostentare nel ricordo delle sensazioni provate. Ovviamente il
tuttoè
una chiara simbologia, di come ogni rapporto necessiti di un
rinnovamento continuo, la forza sta nel vivere tutto con occhi nuovi,
come un bambino che affronta una nuova avventura, perché la forza
di
autorigenerarsi deve essere insegnamento di vita.Anche dopo la separazione delle loro strade, Inés e Graham, si
ricongiungono grazie sia al destino, che alla voglia di lui di
impostare saldamente cio' che prima involontariamente non poteva.
KMX INTERTESTO: Edoardo Noriega a Locarno, le foto e
un estratto dell 'intervista
Link:
http://www.bimfilm.com/novo/index.htm
Voto: 26/30
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