
Roma. La grigia vita coniugale del medico
chirurgo Timoteo (Castellitto) e della moglie giornalista Elsa (Gerini)
viene sconvolta alla notizia che la quindicenne figlia Angela è in fin di
vita in seguito ad un incidente con il motorino. Troppo coinvolto
emotivamente, Timoteo decide di non partecipare all'operazione chirurgica
con cui si tenta di salvare Angela e mentre attende l'esito nella sala
d'aspetto ha l'occasione per ripensare ad alcuni episodi della sua vita
accaduti molti anni prima. In particolare alla sua intensa relazione con la
zingara scapestrata Italia (Cruz), un amore clandestino segnato da un
tragico epilogo. Castellitto affronta il best-seller omonimo scritto dalla
moglie Margaret Mazzantini (anche sceneggiatrice insieme al marito)
impegnandosi, come si dice, "anima e 'core" nel dare vita al personaggio di
Timoteo, borghese represso in stallo tra sussulti di un ribellismo senza
sbocchi e l'incapacità a rinunciare alle sicurezze di facciata della cornice
familiare. Ma nonostante i mezzi e le professionalità profuse il risultato
resta ridondante e disomogeneo, con una recitazione che ora tocca vette
sublimi ora scappa sopra le righe e una regia che ora cerca di sperimentare
soluzioni nuove per il cinema italiano e ora sceglie soluzioni facili per
accontentare un pubblico - accorso numeroso - affamato di passioni ed
emozioni forti. E alla fine l'intento di scavare all'interno di un malessere
sociale diffuso si perde dietro scelte narrative che enfatizzano l'aspetto
più melodrammatico e prevedibile - ma anche consolatorio - di un amore
impossibile fin troppo letterario.
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Voto: 22/30
21.04.2004
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